Sfidando
pioggia e gelo siberiano incombenti qualche settimana fa sono stata al Cinema Adriano di Roma per vedere la prima di SCONNESI il film di Christian Marazziti nelle sale proprio in questi giorni.
Una
famiglia in una baita in trentino per un fine settimana: padre e seconda moglie,
prole, fratelli, fidanzati, governante… tutto il calderone di una modern family
il cui capostipite è uno scrittore in cerca di ispirazione che trova la Musa nel
comportamento dei suoi cari in assenza di connessione, assenza da lui stesso
provocata. Dopo una prima fase di sgomento e ricerca folle della “tacca” tutti
si arrendono e cominciano a ritrovare sé stessi, a parlare e a fare i conti con
le cose che lo schermo del cellulare impediva loro di vedere. All’ironia
imperante fa continuamente da contraltare l’amarezza nelle relazioni familiari
e sentimentali dei personaggi che emerge nel corso del film proprio grazie all’assenza
di connessione, come se l’improvvisa mancanza di internet riuscisse in qualche
maniera a svelare una realtà nascosta.
Nonostante
i momenti esilaranti non siano mancati, uscendo ho provato una lieve sensazione
di disagio perché, anche se il film mi vuole convincere del contrario, la
verità è che anche io sono come i protagonisti di SCONNESSI. La prima cosa che
ho fatto quando si sono accese le luci del cinema è stata accendere il cellulare
ed è vero che lo controllo spesso anche inutilmente, ma ormai sembra essere
diventato una sorta di appendice imprescindibile… sebbene avessi questa
consapevolezza mi sono imposta di non rimuginarci troppo. Poi, ieri sera, a
cena al ristorante, parlando del film con un’amica, mi sono guardata intorno,
sui tavoli una distesa di smartphone, alcuni usati come sedativo per i bambini,
altri in mano ai loro proprietari ignari di quello che facevano gli altri
commensali. E proprio mentre ero assorta nelle mie osservazioni il tipo vicino
al mio tavolo si è alzato di scatto con il telefono in mano picchiettando con
le dita senza distogliere lo sguardo e senza accorgersi di aver incastrato un
lembo della tovaglia nella chiusura del piumino che indossava… SBATAMBAM! La
faccia rassegnata del cameriere la diceva lunga sul fatto che non fosse il
primo episodio di cliente distratto da smartphone, il reo ha dato un’occhiata
fugace al disastro che aveva causato, ha biascicato delle scuse ed è andato
verso l’uscita continuando il suo
picchiettio compulsivo.
Stiamo
diventando un esercito di alienati?
Ancora
non del tutto, ma l’uomo che si trascina la tovaglia o l’esigenza di fare un film
come SCONNESSI sono campanelli d’allarme che ci ricordano che, forse, dovremmo fare un passo indietro. Non fraintendetemi, non è che io voglia tornare all’età
della pietra, lo smartphone ha indubbiamente migliorato la qualità della mia
vita, la mattina parto per andare a lavoro sapendo già quali sono le strade
trafficate da evitare, la sera quando sono in trasferta posso dare la
buonanotte a mia figlia con una video chiamata e se voglio dare sfogo allo
shopping compulsivo posso farlo anche comodamente dal divano di casa mia. Ma
tutto questo ha un prezzo di cui spesso non mi rendo conto: dieci anni fa se
avessi aspettato un’amica sulla panchina di un parco, avrei passato il tempo ad
inventare storie sui passanti, letto un libro o semplicemente fissato le piante
rigenerando il mio cervello con l’assenza di pensieri. Oggi invece controllo
Facebook, il Blog, le e-mail, Instagram… la tecnologia il più delle volte assorbe
la mia attenzione senza restituirmi nulla e senza contribuire realmente alla
mia crescita come individuo, sono connessa con il web, ma non con me stessa e
onestamente non mi piace.
Da
segnalare che il coproduttore del film CONSULCESI ha lanciato un’iniziativa
molto interessante: #SCONNESSIDAY proponendo a tutti di spegnere il cellulare
almeno un’ora al giorno… io credo proprio che lo farò, magari vado a sedermi su
quella panchina e provo a Sconnettermi.
- Sara Saurini -
VISION DISTRIBUTION
presenta
S C O N N E S S I
diretto da
CHRISTIAN MARAZZITI
con
FABRIZIO BENTIVOGLIO RICKY MEMPHIS CAROLINA CRESCENTINI STEFANO FRESI ANTONIA LISKOVA