Kiri, continuano anche per questa nuova stagione, le segnalazioni di Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Di settimana in settimana vari suggerimenti tra teatro, musica, arte e tanti altri eventi selezionati accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.
Dunque ecco per sognare con voi...
TEATRO
DEBUTTI...
Vincent Van Gogh
"L'odore assordante
del bianco"
di Stefano Massini
con Alessandro Preziosi, Francesco Biscione,
Massimo Nicolini,
Roberto Manzi, Alessio Genchi, Vincenzo Zampa, Regia Alessandro Maggi
TEATRO ELISEO
- Roma
dal 13 febbraio al 4 marzo 2018 , martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00_
primo sabato di programmazione ore 16.00 e 20.00_merc. e dom. ore 17.00
La scrittura di
Massini è limpida, squisitamente intrinseca e tagliente, nella sua galoppante tensione
narrativa
Una
sorta di thriller psicologico, attraverso l’imprevedibile metafora del
temporaneo isolamento di Vincent Van Gogh in manicomio, che lascia lo
spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.
È
il 1889 e l’unico desiderio del grande pittore è quello di uscire da
quell’austera stanza del manicomio di Saint Paul dove non c’è altro colore che
il bianco. La sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello
Theo che ha dovuto prendere quattro treni e persino un carretto per andarlo a
trovare …
Il
testo è vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per
la “scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di
restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva”
(motivazione della giuria). L’autore Stefano Massini, con la sua drammaturgia
asciutta ma ricca di spunti poetici, offre considerevoli opportunità di
riflessione sul rapporto tra le arti e sul ruolo dell’artista nella società
contemporanea.
Note di regia
"Sospensione, labilità, confine. Sono questi i luoghi,
accidentati e mobili, suggeriti dalla traiettoria, indotti dallo scavo.
Soggetti interni di difficile identificazione, collocati nel complesso
meccanismo dell’organicità della mente umana. Offerti e denudati dalla puntuale
dinamicità e dalla concretezza del testo, aprono strade a potenziali orizzonti
di ricerca. La scrittura di Massini, limpida, squisitamente intrinseca e
tagliente, nella sua galoppante tensione narrativa, offre evidentemente la
possibilità di questa indagine. Il serrato e tuttavia andante dialogo tra Van
Gogh - internato nel manicomio di Saint Paul de Manson - e suo fratello
Theo, propone non soltanto un oggettivo grandangolo sulla vicenda umana
dell’artista, ma piuttosto ne rivela uno stadio sommerso.
Lo spettacolo è aperto contrappunto all’incalzante partita
dialogica. Sottinteso. Latente. Van Gogh, assoggettato e fortuitamente piegato
dalla sua stessa dinamica cerebrale incarnata da Alessandro Preziosi, si lascia
vivere già presente al suo disturbo. È nella stanza di un manicomio che ci
appare. Nella devastante neutralità di un vuoto. E dunque, è nel dato di fatto
che si rivela e si indaga la sua disperazione. Il suo ragionato tentativo di
sfuggire all’immutabilità del tempo, all’assenza di colore alla quale è
costretto, a quell’irrimediabile strepito perenne di cui è vittima cosciente,
all’interno come all’esterno del granitico “castello bianco” e soprattutto al
costante dubbio sull’esatta collocazione e consistenza della realtà.
La tangente che segue la messinscena resta dunque sospesa tra il
senso del reale e il suo esatto opposto.... " Alessandro Maggi
Di Stefano Massini- Con Alessandro Preziosi, Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi, Vincenzo Zampa - Scene e costumi: Marta Crisolini Malatesta - Disegno
luci: Valerio Tiberi e Andrea Burgaretta - Musiche: Giacomo Vezzani
- Supervisione artistica: Alessandro Preziosi - Regia Alessandro Maggi - Produzione Khora Teatro – TSA Teatro Stabile d’Abruzzo - in
collaborazione con Festival dei due mondi - Spoleto - Foto di Francesca Fago
Durata:1 ora e 25 minuti -
Atto unico
Costo: Biglietto da 20 € a
40 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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Ginevra Media Prod Srl e Aldan Company
presentano
"NON AVER PAURA … E’ Solo Uno Spettacolo"
scritto da Eduardo Aldan
progetto artistico di Gianluca Ramazzotti
diretto da Ricard Reguant ed Enzo Masci
versione italiana di Franco Ferrini
con Claudia Genolini, Simone Giacinti, Emiliano
Ottaviani
e con la partecipazione di Gianni Garko
TEATRO VITTORIA - Roma
dal 15 febbraio al 4 marzo 2018 , ore 21.00_ ore 21.00 (domenica
ore 17.30; martedì 20 e 27 febbraio ore 20.00)
Torna in Italia per il secondo anno consecutivo “Non aver paura”, lo spettacolo campione di incassi delle ultime stagioni in Spagna e America Latina e inserito dal prestigioso Teatri On Line nella speciale classifica dei dieci migliori spettacoli della passata stagione. “Non aver paura”, di Eduardo Aldàn, diretto nella nuova versione italiana da Ricard Reguant ed Enzo Masci e tradotto e adattato per l’Italia da Franco Ferrini (sceneggiatore di numerosi film di Dario Argento e di “C'era una volta in America”) su progetto artistico di Gianluca Ramazzotti, riporta finalmente in Italia il brivido dell’horror, che in teatro si scatena con la sua massima potenza: soprattutto se a fare da Maestro di Cerimonia è l’istrionico Gianni Garko, noto volto di film di culto del cinema italiano degli anni ’60 e ’70 come la serie di ”Sartana”, “10.000 dollari per un massacro”, “La notte dei diavoli”, “Sette note in nero”, “Uomo a metà”.
“Non aver paura” scuote, sorprende e
destabilizza il pubblico, lo cattura e lo immerge in una grande e spaventosa
esperienza teatrale di puro terrore: in un antico teatro, all’inizio del secolo
scorso, un terribile incendio tolse la vita a 23 persone fra cui la piccola
Violetta Sperelli, che si esibiva quella sera, e suo padre Ettore; i corpi dei
due non vennero mai ritrovati e sulle ceneri dei locali fu ricostruito il nuovo
teatro, da allora luogo di eventi paranormali e sorprendenti. E se qualcuno
dovesse pensare che si tratti “solo di uno spettacolo teatrale” (come suggerito
dal sottotitolo) e che non ci sia niente da temere, si sbaglia di grosso
“perché nel buio di un teatro non sai mai chi siede dietro di te”.
“Una serata dai ritmi inquietanti” .. “I
protagonisti certo non risparmiano alla platea momenti di grande tensione” …
“C’è chi, come meccanismo di difesa, si tiene stretto al bracciolo della
poltrona” (Il Messaggero)
Costo: Biglietti: intero
platea 28 € , intero galleria 22 € (compresi 3 euro di
prevendita) ridotti in convenzione: platea 21 € e galleria
18 € (compresi i 3 euro di prevendita) Promozione gruppi: 1 biglietto
cortesia ogni 10 spettatori paganti
Informazioni: botteghino: 06 5740170 ; 065740598 lunedì
(ore 16-19), martedì - sabato (ore 11- 20), domenica (ore 11-13.30 e 16-18)
Vendita on-line e info: www.teatrovittoria.it
Indirizzo: piazza di Santa Maria Liberatrice, 10 - Roma
Sito di Riferimento: www.teatrovittoria.it
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BiTquartett
presenta
"Yukonstyle"
di Sarah
Berthiaume
traduzione
e regia Gabriele Paupin
con Marianna Arbia, Marco Canuto, Benedetta
Rustici, Lorenzo Terenzi
TEATRO STUDIO UNO - Roma
dall' 15 al 25 febbraio 2018 , dal giov. al sab. ore
21.00_dom. 18.00
PRIMA
ASSOLUTA
Quattro solitudini si incontrano, si confrontano e si scontrano sullo sfondo di un luogo mitico, ai confini delle terre
di ghiaccio dell'Alaska: lo Yukon.
In questo spazio immenso e misterioso, s’intrecciano le vite di Yuko,
giapponese in esilio, Kate, ragazzina canadese che attraversa lo stato in un
road trip senza meta, Garin, meticcio autoctono della zona e Dad’s, suo padre,
alcolizzato cronico e appassionato di Neil Young.
Quattro personaggi sradicati, quattro outsider che si ritrovano a condividere uno spazio e un
tempo che li spingerà a stringere delle relazioni gli uni con gli altri, a
sostenersi per superare le proprie paure e cercare una via d’uscita dall’isolamento in cui si trovano.
Sullo sfondo delle loro vicende lo spazio immenso e misterioso dello Yukon, regione selvaggia a nord del
Canada. Di fronte alla forza
dirompente di questo luogo, l’essere umano appare per quello che è:
piccolo ingranaggio di un orologio che, tra un imprevisto e un altro, un sogno mancato e un desiderio ancestrale, scandisce
il tempo della vita e della morte, di chi si lega e di chi si separa.
“Yukonstyle” di Sarah Berthiaume
è andato in scena al Théâtre d’Aujourd’hui di Montréal, a La Colline – teatro nazionale di Parigi, a Bruxelles, a Heidelberg,
a Innsbruck e a Toronto, approda a Roma grazie
al lavoro di ricerca della
compagnia BiTquartett che porta all’attenzione del pubblico un testo inedito in Italia in grado
di riflettere sulle solitudini esistenziali create
delle società moderne occidentali. Attraverso un linguaggio
fresco, contemporaneo ed universale “Yukonstyle” ci
racconta di un’umanità che si incontra,
che supera i propri limiti e le proprie paure offrendo al pubblico la speranza di un cambiamento.
Un progetto realizzato con il contributo delle Azioni
trasversali-Formazione/Promozione/Residenza creativa a cura del Centro
Internazionale La Cometa.
Ringraziamo inoltre Matteo Stefanelli, Sabatino Fulgenzi, Valentina
Cardinali, Valentino e Oliviero Biagetti, Alessia Muntoni, Maria Silvestri,
Sebastian Jan Marzak, Matilde D'Accardi e Riccardo Marotta.
Di Sarah Berthiaume
- traduzione e regia Gabriele
Paupin - con Marianna
Arbia, Marco Canuto, Benedetta Rustici, Lorenzo Terenzi - aiuto
regia e luci: Francesca Zerilli
- costumi: Benedetta Rustici - Co-produzione BiTquartett/Teatro Studio Uno
Costo: Ingresso 12 € - Tzessera associativa
GRATUITA
Informazioni: 3494356219-
3298027943 - info.teatrostudiouno@gmail.com - Prenotazioni: http://j.mp/prenotaTS1
Indirizzo: via Carlo della Rocca, 6 - Roma (Torpignattara)
Sito di riferimento teatro: www.teatrostudiouno.com
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PROSEGUONO...
"IL CORTILE"
di Spiro Scimone
con Francesco Sframeli, Spiro
Scimone, Gianluca Cesale
Regia di Valerio Binasco
OFF OFF THEATRE - Roma
dal 6 gennaio all' 18 febbraio 2018 , orario: serali
ore 21.00, pomeridiane ore 18.00
Spettacolo di grande verità e allo stesso
tempo del tutto surreale, Il Cortile (premio Ubu 2004 –
miglior testo italiano) per la regia di Valerio Binasco, con Francesco
Sframeli, Spiro Scimone e Gianluca Cesale, torna a Roma dieci anni dopo dal suo
debutto romano. Debutto martedì 6 febbraio all’OffOff Theatre di Via Giulia a
Roma, in scena fino al 18 febbraio.
I protagonisti vivono fra vecchie motociclette e spazzatura in una
discarica degna di qualche desolante suburbio della più povera delle metropoli.
Sono tormentati dalla decadenza fisica e affetti da una sorta di malinconia per
i tempi migliori. Viene evocata una quotidianità grottesca ma, a ben vedere,
non dissimile dalla realtà, dal degrado e dall'angoscia che ci circondano.
Peppe, Tano e Uno non hanno più la cognizione del tempo, ma ancora
tanta voglia di vivere. Sono solo tre uomini-bambini con i loro piccoli gesti,
con il bisogno d’ascoltarsi, con il gusto del gioco. Disperati all’apparenza,
nel loro cortile nessuno può togliergli il piacere di giocare. Non sappiamo da
dove vengono, né quale rapporto li leghi. Lo spettacolo alterna crudele
astrazione e poetico realismo, innesta le domande più aspre del presente nelle piccole
ossessioni della quotidianità, con un ritmo comico e una precisione che non
lasciano scampo.
Il tragico ha anche effetti esilaranti: si ride molto, ma senza
mai smettere di pensare.
Di Spiro Scimone - con Francesco Sframeli, Spiro Scimone,
Gianluca Cesale - Regia: Valerio Binasco - Scena e Costumi: Titina
Maselli - Disegno luci: Beatrice Ficalbi - Regista assistente: Leonardo
Pischedda - Assistente scene e costumi: Barbara Bessi - Direttore tecnico:
Santo Pinizzotto
* produzione compagnia scimone sframeli > fondazione orestiadi
gibellina > festival d’automne à paris kunsten festival des arts de
bruxelles > théâtre garonne de toulouse
Costo: Biglietto intero 25 € -
ridotto 18 € - 10 € per gruppi e under 26
Indirizzo: Via Giulia 19/21 – Roma
Informazioni: 06 89239515 -
info@off-offtheatre.com
Siti di riferimento: www.off-offtheatre.com
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LINA SASTRI
"APPUNTI DI VIAGGIO biografia in musica"
SCRITTO E DIRETTO DA LINA SASTRI
con
Filippo D'Allio, chitarra
Gennaro Desiderio, violino
Salvatore Minale, percussioni
Gianni Minale, fiati
Salvatore Piedepalumbo, fisarmonica e tastiere
Luigi Sigillo, contrabbasso
TEATRO SALA UMBERTO - Roma
dall'
8 al 18 febbraio 2018, martedì,
giovedì e venerdì ore 21.00, mercoledì ore 17.00, sabato ore 17.00 e 21.00,
domenica ore 17.00
Un racconto libero della vita artistica di Lina Sastri, dal
debutto in Masaniello alle prime esperienze teatrali con Eduardo e Patroni
Griffi, dal cinema alla musica, all'invenzione del suo teatro musicale. E così,
di volta in volta, il racconto si anima di citazioni di prosa, da Filumena
Marturano di Eduardo a Pirandello a La casa di Ninetta della stessa attrice
autrice, ma si anima soprattutto di musica, da Assaje scritta da Pino Daniele
per il film Mi manda Picone alla Madonna de lu Carmine di Roberto De Simone per
spettacolo Masaniello, da Reginella cantata per la prima volta a Cinecittà in
una serata dedicata alla commemorazione di Anna Magnani, a Maruzzella, da
Gracias a la vida di Violeta Parra ad Alfonsina y el mar, dal tango al bolero,
alle tammurriate popolari, dai classici napoletani ai brani inediti scritti per
lei dai nuovi compositori e autori napoletani.
Un viaggio nel teatro, nella musica e nel cinema italiano,
attraverso i racconti di vita vissuta, di incontri indimenticabili con le
eccellenze artistiche del nostro paese, brani poetici e di drammaturgia di
grandi autori e registi, brani musicali della grande tradizione classica
napoletana e internazionale, tutto liberamente e semplicemente proposto da
Lina Sastri, accompagnata in scena dai suoi valentissimi musicisti pronti a
seguirla ad ogni invito o suggerimento musicale.
Un viaggio nell'anima che ogni sera si rinnova liberamente,
sull'onda dell'emozione, delle parole e della musica.
PRODUZIONE ENTE TEATRO CRONACA VESUVIOTEATRO
Costo: Biglietti
da 38 € a 28 €
Indirizzo: via della Mercede, 50 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.salaumberto.com
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Una produzione Ladyvette in collaborazione con Bistremila presenta
LADYVETTE: Teresa Federico, Valentina Ruggeri, Francesca Nerozzi
in
"LE DIVE DELLO SWING"
di Teresa Federico, Valentina Ruggeri, Francesca Nerozzi, Giorgio Prosperi, Massimiliano Vado, Lillo Petrolo
supervisione artistica Lillo Petrolo
musiche e direzione musicale Roberto Gori
regia Massimiliano Vado
in
"LE DIVE DELLO SWING"
di Teresa Federico, Valentina Ruggeri, Francesca Nerozzi, Giorgio Prosperi, Massimiliano Vado, Lillo Petrolo
supervisione artistica Lillo Petrolo
musiche e direzione musicale Roberto Gori
regia Massimiliano Vado
TEATRO DELLA COMETA - Roma
dall'
8 al 18 febbraio 2018, orario
dal martedì al venerdì ore 21.00_sabato doppia replica ore 17.00 e ore
21.00_domenica ore 17.00.
Ogni
sera saranno presenti delle guest star
- amici artisti de Ladyvette - che si
esibiranno con le protagoniste ed arricchiranno ulteriormente uno spettacolo di
per sé affascinante ed entusiasmante.
Sinossi
Tutto inizia in un freddo appartamento della Torino di metà anni'
30. Tre giovani sorelle sono impegnate ad imparare il napoletano per entrare
nelle grazie della musica melodica italiana e raggiungere finalmente la
celebrità. Cosa bisogna fare per diventare il trio più famoso d'Italia? Le tre
ragazze si troveranno ad affrontare incontri difficili e situazioni surreali.
In un'atmosfera a tratti esaltante e a tratti malinconica lo spettacolo
attraverserà continui colpi di scena fino a scardinare completamente tutti i
presupposti iniziali, passando dalla drammaticità, all'ironia, alla comicità.
“La presenza di una linea registica nello sviluppo di uno
spettacolo musicale non è mai un dato scontato, anzi spesso si sottovaluta il
bisogno attenzionale di cui necessita una creatura scenica così complessa. Le
necessità prime sono di tipo strutturale, sia perché le tre interpreti meritano
un palco adatto alle loro potenzialità, che perché tradizionalmente ci si è non
poco adagiati sugli stilemi esteri, che per il pubblico italiano risultano
vagamente ostili e algidi.
In questo spettacolo, perciò, si fondono, consapevolmente,
numerose energie potenziali e più possibilità espressive, convivono
teatralmente musica e comicità, racconto storico e attualità di mestiere, più
possibilità canore e profonda introspezione: nasce come un racconto scenico,
sviluppato da Giorgio Serafini Prosperi, sul famoso Trio Lescano, la cui storia
non è altrettanto famosa e le cui difficoltà iniziali fanno da specchio a
quelle delle attrici in scena, e subisce un primo ribaltamento quando si scopre
che il testo/pretesto non è che il sintomatico tentativo, sotto forma di
audizione, di sdoganare se stesse e la propria idea di realizzazione.
Si prosegue con racconti che riguardano possibili fidanzati, mai
totalmente giusti o adatti, e primi tentativi di affiatamento, durante le feste
di paese, i litigi, le piccole imprese, per poi scivolare nel più classico dei
finali lieti. non è una storia ma il paradigma delle storie. La tentazione del
poutpourri è del tutto vanificata dall’accavallarsi immediato di dialoghi e
canzoni, imitando più la tradizione gaberiana che quella americana, e
l’alternarsi di stili canori anche antitetici annienta persino il paragone
facilissimo con le Lescano, proposto e poi distrutto, innalzato e infine
dileggiato, rispondendo all’antica legge per la quale in teatro non si copia
ma, alla fine, tutto è sempre diverso da tutto pur essendone l’imitazione.
Per disegnare la parabola che porta tre attrici a diventare le
Dive dello Swing ci si affida all’elasticità icastica di Teresa Federico,
Valentina Ruggeri e Francesca Nerozzi, puntando senza limiti, sulla loro
duttilità, e facendole accompagnare dalla sempre presente tessitura musicale di
Roberto Gori al pianoforte. il mio lavoro è stato quello di renderli sublimi,
svelti, perfetti, come lo swing.”
Costo: Biglietti Platea 25 €,
prima galleria 20 €, seconda galleria 18 €
Informazioni: Telefono 06.6784380
Indirizzo: via del Teatro Marcello, 4 - Roma
Siti di riferimento: www.teatrodellacometa.it
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Il duo comico
TIROCCHI-PANICONI
con
"LA STORIA D'ITAGLIA"
TEATRO DE' SERVI - Roma
dal
30 gennaio al 18 febbraio 2018, ore 21.00_sab 17.30 e 21.00_dom. 17.30
Da sempre a scuola si studia la storia d’Italia, ma se a decidere gli eventi sono gli studenti stessi può succedere che a Romolo e Remo si aggiunga un terzo fratello di nome Mimmo e che Giulio Cesare ,allo scoccare delle fatali idi di Marzo, dimentichi di andare al Senato. Lo spettacolo, scritto dal duo comico Tirocchi-Paniconi molto noto al pubblico televisivo e radiofonico, per l'occasione diventato un trio con l'inserimento anche di Claudio Pallottini, porta in scena così una ricostruzione assai poco ufficiale delle vicende patrie. Il quadro che ne esce è dissacrante, ironico, ma anche condito di quel tanto di politicamente scorretto che scaturisce dagli evidenti riferimenti all'attualità.
Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia A.M.O. é
diretto da Marco Simeoli che promette, nel finale della pièce,
"un coinvolgimento del pubblico molto patriottico". Sul
palcoscenico non compaiono gli studenti che hanno a modo loro rivisitato la
storia d'Italia, bensì la loro severa e scorbutica insegnante – portata in
scena da una brillante Valeria Moretti - e tre padri
interpretati da Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi e Daniele
Derogatis. A loro spetta l'ingrato compito di portare in scena ciò che i
figli, in veste di novelli drammaturghi, hanno partorito. Ne derivano, tra liti
e tentativi di fuga, divertenti gag e riflessioni al limite del commovente
sull’arduo mestiere di genitori al giorno d’oggi.
Costo: Biglietti platea intero 22 € - ridotto G/A 16 € - galleria intero 18 € - ridotto G/A 14€ (ridotto giovani under 18 e anziani over 65)
Indirizzo: via del Mortaro (ang. Via del Tritone), 22
- Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroservi.it
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"LAMPEDUSA"
di Anders Lustgarten
Testo inedito - novità italiana
Traduzione di Elena Battista
Con Donatella Finocchiaro - Fabio Troiano
Regia Gianpiero Borgia
TEATRO
PICCOLO ELISEO
dal 31 gennaio al 18 febbraio 2018 , orario martedì, giovedì, venerdì e sabato ore
20.00_dom. ore 17.00
DEBUTTO NAZIONALE
Un’escursione coraggiosa nelle acque
oscure della migrazione di massa
“Un’escursione coraggiosa nelle acque oscure della migrazione di
massa”, così il quotidiano The Guardian definisce Lampedusa, testo
di Anders Lustgarten, novità assoluta per l’Italia.
Due monologhi, due storie perfettamente intrecciate, quelle di
Stefano, un pescatore siciliano ormai impegnato a recuperare i corpi dei
profughi annegati in mare (3500 nel solo 2015) e di Denise, una donna immigrata
di seconda generazione - qui una marocchino italiana - che riscuote crediti
inevasi per una società di prestiti. Condannata per sempre al ruolo di outsider
in Europa, sostiene che i marocchini sono “i primi ad essere partiti e gli
ultimi tra gli immigrati ad essere considerati”.
La povertà e la disperazione non sono solo lo scenario del
racconto: sono causa generatrice del contrasto sociale dei protagonisti,
argomento di fuga per entrambi e insieme condizione per il miglioramento del
proprio status attraverso lo sciacallaggio della disperazione altrui.
Ossessionati dal denaro che manca, dalle opportunità che non ci sono, dalla
politica dei favori, l’uomo si scopre inaridito dall’inerzia con cui porta a
termine il suo compito di pescatore di cadaveri, un lavoro più redditizio e
continuativo a Lampedusa in questo momento, mentre Denise cerca un riscatto
studiando e allontanando da sé il mondo da cui appartiene, le case fetide e
impersonali degli immigrati. Lungi dall’essere una litania della
disperazione, Lampedusa è sorprendentemente un racconto sulla
sopravvivenza della speranza. Quasi inconsciamente, entrambi cercano una
redenzione. Stefano fa amicizia con un meccanico del Mali che attende con ansia
l’arrivo della moglie, Denise scende a patti con un’annosa frattura nel rapporto
con la madre malata e lotta per garantirle una pensione di invalidità da parte
dell’INPS e trova la compagnia simpatica e inattesa di una portoghese, madre
single piena di debiti.
Lustgarten traccia paralleli e intrecci invisibili tra le storie
di Stefano e Denise.
Entrambi sono persone che si trovano a trattare con un’umanità al limite.
Gente con cui non si vuole avere a che fare. Affida ai suoi personaggi una identica visione politica: il parere che l’Europa è “fottuta” per non avere saputo prevedere che guerra e miseria avrebbero prodotto una congestione di traffici umani e non aver regolato per tempo con criteri certi questi flussi inarrestabili ma ancora prima, per non aver saputo attuare vere politiche di inclusione degli immigrati e dei richiedenti asilo.
Entrambi sono persone che si trovano a trattare con un’umanità al limite.
Gente con cui non si vuole avere a che fare. Affida ai suoi personaggi una identica visione politica: il parere che l’Europa è “fottuta” per non avere saputo prevedere che guerra e miseria avrebbero prodotto una congestione di traffici umani e non aver regolato per tempo con criteri certi questi flussi inarrestabili ma ancora prima, per non aver saputo attuare vere politiche di inclusione degli immigrati e dei richiedenti asilo.
di Anders Lustgarten - Traduzione
di Elena Battista - Con Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano - Scene e costumi di Alvisi
e Kirimoto - Regia: Gianpiero
Borgia
Produzione BAM Teatro - Teatro Eliseo - Mittelfest
2017 in collaborazione con La Corte Ospitale
Costo: Biglietto 20 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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TEATRO PER RAGAZZI
Centrale
Preneste Teatro
Tam
Teatromusica
in
scena con
"Anima
Blu"
dedicato a Marc Chagall
con Flavia Bussolotto,
Marco Tizianel
Regia, scene e immagini Michele
Sambin
CENTRALE PRENESTE TEATRO- Roma
18 febbraio 2018, ore 16.30
Il prossimo appuntamento con la rassegna Infanzie in
gioco 2017/18 è va in scena Anima Blu di Tam
Teatromusica in arrivo da Padova. Questa rappresentazione, dedicata
a Marc Chagall, è diretta da Michele Sambin, con l’interpretazione di
Flavia Bussolotto e Marco Tizianel.
Lo spettacolo si immerge nei quadri di Chagall per inventare una
piccola storia. Il lavoro si concentra nel dare corpo e voce agli esseri
che popolano le sue tele e nel narrare un racconto fatto di ritmo, visivo e
sonoro, di colori e forme plastiche che si condensano in un gigantesco gallo o
nel grembo materno di una cavalla, nel corpo di un musicista sul tetto o in
quello di due innamorati che volano sopra una città silenziosa. E intanto da
lontano arriva il suono di un violino, il vociare di una festa.
L’incontro tra i corpi dei due attori e le immagini pittoriche
avviene all’interno di un dispositivo scenografico che consente la
realizzazione di figure ibride tra il reale e il fantastico. La videoproiezione
è un terzo attore che dialoga con i corpi veri e crea suggestioni visive
riuscendo a coniugare i due piani.
Dai 6 anni.
Premio
Eolo Awards 2008 per il miglior spettacolo di Teatro Ragazzi italiano - Premio
Festival Feten 09 – Gijon (Spagna) per la migliore scenografia
Honor
Award John Dorman 2011 per artisti stranieri assegnato dalla sezione polacca di
ASSITEJ – International Association of Theatre for Children and Young People - Grand
Prix XIX International Puppet Theatres 'Festival Meetings 2012' città di Torun
(Polonia) - Premio per le musiche XIX International Puppet Theatres 'Festival
Meetings 2012' città di Torun (Polonia)
Con Flavia
Bussolotto, Marco Tizianel - Ideazione: Michele
Sambin, Flavia Bussolotto - Video
elaborati: Raffaella Rivi - Luci: Alessandro Martinello - Costumi e foto: Claudia Fabris - Musiche: Enzo Carpentieri, Michele Sambin, Kole Laca - Elaborazione suoni: Davide Sambin
Zara - Regia, scene e
immagini: Michele Sambin
Costo: Biglietto unico 5 € (prenotazione consigliata)
Informazioni: Adatto
dai 6 anni
Prenotazioni: 06 27801063 o info@ruotaliberateatro.191.it
Indirizzo: Via Alberto da Giussano, 58, Roma
Sito di riferimento: www.facebook.com/CentralePrenesteTeatro
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MUSICAL E SPETTACOLI MUSICALI
Il Teatro Nuovo
di Milano
SPAMALOT
DEI
MONTY PYTHON'S
Con
ELIO
Regia
di Claudio Insegno
Testo
e Liriche: Eric Idle Musiche: John Du Prez
Traduzione
e adattamento di Rocco Tanica
e con
Pamela Lacerenza, Andrea Spina, Umberto Noto, Giuseppe Orsillo, Filippo
Musenga,Thomas Santu, Luigi Fiorenti
Ensemble: Michela
Delle Chiaie, Greta Disabato, Federica Laganà, Maria Carlotta Noè, Simone De
Rose, Daniele Romano, Alfredo Simeone, Giovanni Zummo
TEATRO BRANCACCIO - Roma
dal 13 al 18 febbraio 2018, dal giovedì al sabato ore 21.00_sabato
17.00 e 21.00_domenica 17.00
Grande attesa per Spamalot – Il Musical la nuova
produzione Teatro Nuovo di Milano.
Dopo il successo riscosso nella città meneghina, arriva a Roma al Teatro Brancaccio lo spettacolo tratto da “Monty Python e il
Sacro Graal” film-cult del più grande gruppo comico di tutti i tempi. Elio veste i panni di Re Artù e
arruolerà per un'importante missione i cavalieri della tavola molto molto
molto rotonda.
A raccogliere la sfida dell’adattamento in italiano del musical
scritto da Eric Idle e John Du Prez è Rocco Tanica grande appassionato conoscitore dell’opera dei
Monty Python. La sua cifra comica mostra orgogliosamente l’influenza del
sestetto inglese: difficile immaginare qualcuno più adatto a cui affidare
questo difficile compito. “Trentaquattro anni fa vidi al cinema Monty
Python, Il senso della vita – dice Tanica – e fu una
folgorazione. È un onore essere stato scelto per quest’incarico”.
La regia è stata affidata a Claudio Insegno che ha già diretto altri successi come Jersey
Boys e La febbre del sabato sera. La direzione musicale è
di Angelo Racz, la
coreografia è affidata a Valeriano
Longoni.
L'ingresso di Elio nel
cast completa il quadro e rende questa
prima italiana di Spamalot un evento eccezionale, certamente uno degli
spettacoli teatrali più attesi e richiesti della stagione 2017/18.
Elio torna al musical dopo il successo de La Famiglia
Addams e sceglie di farlo confrontandosi con coloro che sono sempre
stati uno dei principali punti di riferimento suoi e di Elio e le Storie Tese.
Ricorda infatti Elio “Anch’io trentaquattro anni fa vidi "Il senso
della vita”, ma a differenza di Rocco l’unica conseguenza fu che persi le
chiavi della macchina, una 127 blu che oltretutto non era veramente mia, ma di
mia mamma. Tornai il giorno dopo nel parcheggio e fortunatamente le ritrovai”.
In quarant’anni anni nessuno aveva mai osato mettere in scena i
Monty Python, con la loro comicità surreale e testi pieni di riferimenti e
giochi verbali spesso intraducibili o difficilmente comprensibili per un
pubblico non anglosassone.
dei
Monty Python - Con Elio - Regia di Claudio Insegno - Aiuto
Regia: Simone De Rose - Testo e Liriche: Eric Idle - Musiche: John Du
Prez - Traduzione e adattamento: Rocco Tanica - con Pamela Lacerenza,
Andrea Spina, Umberto Noto, Giuseppe Orsillo, Filippo Musenga, Thomas Santu,
Luigi Fiorenti - Ensemble: Michela Delle Chiaie, Greta Disabato, Federica
Laganà, Maria Carlotta Noè, Simone De Rose, Daniele Romano, Alfredo
Simeone, Giovanni Zummo - Direzione Musicale: Angelo Racz
- Coreografia: Valeriano Longoni - Aiuto Coreografo: Luca Spadaro
- Scene: Giuliano Spinelli
Costumi:
Lella Diaz - Disegno Luci: Alin Teodor Pop - Disegno Audio: Edoardo
Priori - Foto di scena Gabriele Giannini e Gianluca Colombo - Foto
Live: Luca Vantusso
Costo: Vedi sito
Informazioni: tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it
Indirizzo: Via Mecenate, 2 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrobrancaccio.it
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TEATRO
SALA VIGNOLI
Presenta
LUCA
NOTARI e STEFANIA FRATEPIETRO
in
"CIAO AMORE CIAO"
Tenco e Dalida tra musica e amore
da
un’idea di L. Notari e S. Fratepietro
scritto
e diretto da Piero di Blasio
con
le musiche di LUIGI TENCO
una
produzione MediterrArea
al
pianoforte il M° Edoardo Simeone
al
contrabbasso il M° Ermanno Dodaro
TEATRO SALA VIGNOLI - Roma
Lo spettacolo narra dell'ultimo anno di vita del grande
compositore ligure, del suo incontro con la Diva francese, la loro storia
d'amore e la partecipazione a quella fatidica edizione del Festival di
Sanremo del 1967.
E' un musical a tutti gli effetti, dove le canzoni di Luigi Tenco
raccontano la storia e gli eventi che si susseguono. In scena solo 4
artisti: i due protagonisti (Luca Notari e Stefania Fratepietro) che
interpretano i ruoli del titolo e un pianista e un contrabbassista per
dare forza e corpo a quelle melodie che molti hanno ben impresse nella
memoria e nel cuore.
Il pubblico è immediatamente catapultato in quella serata del Festival sanremese dove oltre a Tenco ascolteranno e ricorderanno alcuni tra i più grandi rappresentanti della musica italiana: da Claudio Villa vincitore di quell'edizione del Festival, a Giorgio Gaber, Orietta Berti, Johnny Dorelli, Little Tony, Lucio Dalla, ecc..
Il pubblico è immediatamente catapultato in quella serata del Festival sanremese dove oltre a Tenco ascolteranno e ricorderanno alcuni tra i più grandi rappresentanti della musica italiana: da Claudio Villa vincitore di quell'edizione del Festival, a Giorgio Gaber, Orietta Berti, Johnny Dorelli, Little Tony, Lucio Dalla, ecc..
Patrocinato del Comune di Sanremo, dalla Provincia di Imperia e
dal Casinò di Sanremo, e con l'approvazione della Famiglia Tenco, ha avuto
il suo debutto, dopo alcune anteprime romane, il 5 aprile del 2012 presso
il Teatro del Casinò di Sanremo (luogo in cui in quegli anni si svolgeva
il Festival) registrando
sin da subito un sold out di presenze e un pubblico in visibilio che ha tributato ai due protagonisti applausi per più di 10 minuti consecutivi trasformando una serata di ricordi in qualcosa di magico.
***MIGLIOR SPETTACOLO OFF ai MUSICAL!AWARD 2013***
***MIGLIOR OPERA PRIMA ai GOLD ELEPHANT WORLD 2014***
***MIGLIOR SPETTACOLO OFF ai BROADWAY WORLD ITALY 2014***
***MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA ai BROADWAY WORLD ITALY 2014***
sin da subito un sold out di presenze e un pubblico in visibilio che ha tributato ai due protagonisti applausi per più di 10 minuti consecutivi trasformando una serata di ricordi in qualcosa di magico.
***MIGLIOR SPETTACOLO OFF ai MUSICAL!AWARD 2013***
***MIGLIOR OPERA PRIMA ai GOLD ELEPHANT WORLD 2014***
***MIGLIOR SPETTACOLO OFF ai BROADWAY WORLD ITALY 2014***
***MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA ai BROADWAY WORLD ITALY 2014***
Costo: Biglietto intero 15 € -
ridotto 12 € - Tessera associazione 3 €
Informazioni: 3711627502 - teatrosalavignoli@gmail.com
Indirizzo: Via Prenestina, 104 - Roma
Fb di riferimento teatro: www.facebook.com/vignoliteatro/
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DANZA
Luciano
Carratoni
presenta
BALLETTO DI ROMA
"IL LAGO DEI CIGNI"
ovvero Il canto
liberamente ispirato al balletto Il lago dei cigni
e all’atto unico di Anton Čechov Il canto del cigno
musiche P. I. Čajkovskij
costumi Santi Rinciari
light designer Emanuele De Maria
allestimento scenico Fabrizio Monteverde
assistente alle coreografie Sarah Taylor
costumi realizzati da Opificio della Moda e del Costume
maschere realizzate da Crea FX effetti speciali
video realizzati da Matteo Carratoni e Michele
Innocente
coreografia e regia FABRIZIO MONTEVERDE
TEATRO QUIRINO - Roma
dal 13 al 18 febbraio 2018 , da martedì a sabato
ore 21.00 - domenica ore 17.00 - giovedì 25 gennaio e giovedì 1 febbraio ore
17.00 - mercoledì 31 gennaio ore 19.00 - sabato 20 gennaio ore 17.00 e ore
21.00
Tra i più apprezzati autori sulla scena contemporanea della danza
italiana e reduce dal successo del riallestimento di Giulietta e Romeo,
Fabrizio Monteverde firma per la storica compagnia romana la nuova versione di
un classico d’eccezione: Il Lago dei Cigni…ovvero Il Canto. Tra le suggestioni
di una favola d'amore crudele e i simboli di un'arte che sovrasta la vita, il
coreografo reinventa il più famoso dei balletti di repertorio classico su
musica di P. I. Čajkovskij, garantendo quell'originalità
coreografica e registica unica che da sempre ne caratterizza le creazioni e il
successo.
Capolavoro del balletto, sintesi perfetta di composizione
coreografica accademica e notturno romantico, di chiarezza formale e
conturbanti simbologie psicoanalitiche, Il lago dei cigni è
una favola senza lieto fine in cui i due amanti protagonisti, Siegfried e
Odette, pagano con la vita la passione che li lega. Una di quelle “favole
d'amore in cui si crede nella giovinezza” avrebbe detto Anton Čechov, scrivendo
nell’atto unico Il canto del cigno (1887) di un attore
ormai vecchio e malato che ripercorre in modo struggente i mille ruoli di una
lunga carriera. Con dichiarata derivazione intellettuale dal grande scrittore
russo, il Lago di Monteverde trova ne Il
Canto il proprio naturale compimento drammaturgico e in un
percorso struggente di illusioni e memoria porta in scena un gruppo di
“anziani” ballerini che, tra le fatiche di una giovinezza svanita e la
nevrotica ricerca di finale felice, ripercorrono gli atti di un ulteriore,
“inevitabile” Lago.
Persi tra i ruoli di una lunga carriera, i danzatori stanchi di
un’immaginaria compagnia decaduta si aggrapperanno ad un ultimo Lago,
tra il ricordo sofferto di un'arte che travolge la vita e il tentativo estremo
di rimandarne il finale. Individualità imprigionate in una coazione a ripetere,
sabotatori della propria salvifica presa di coscienza oltre i ruoli di una vita
svanita, gli interpreti ripercorreranno la trama di un Lago senza
fine, reiterandovi gesti e legami nella speranza di sopravvivere al finale
straziante di una replica interminabile. Condannata ad una perenne metamorfosi,
donna a metà tra il bene e il male, Odette/Odile sarà cigno e principessa,
buona e crudele, amante fedele e rivale beffarda. Metafora di un'arte che non
conosce traguardo, cercherà se stessa in un viaggio tormentato d'amore,
tradimento, prigionia e liberazione; in un teatro in cui tutto ha inizio e
nulla ha mai fine, andrà incontro agli stracci consumati di una vita d'artista
con lo spirito bianco di una Venere per sempre giovane.
Esponente di una generazione di talenti esplosa negli anni
Novanta, Monteverde svolge da ormai trent'anni un lavoro di elaborazione
stilistica e drammaturgica che ne rende il segno unico e riconoscibile.
Sensibile alle suggestioni letterarie e teatrali, la contemporaneità
coreografica di Fabrizio Monteverde si scorge nelle profondità invisibili di
racconti senza tempo, tra le righe di narrazioni moderne e i risvolti
psicoanalitici di favole antiche. Maestro di uno stile energico e personale,
Fabrizio è autore di un movimento composto di intrecci e spostamenti di peso
che ne orientano coerentemente equilibri e curve dinamiche. Il risultato è
quello di una gestualità rotonda e morbida che richiama nel corpo l'intenzione
del moto per esplodere infine in spigolosità nette e decise.
Sempre con la compagnia romana, il coreografo ha realizzato
produzioni importanti come Cenerentola, Otello e Bolero,
puntualmente premiate da unanime consenso di critica e pubblico.
Il lago dei cigni, ovvero Il canto è
una produzione del 2014 del Balletto di Roma che con oltre 400.000 spettatori,
più di mille spettacoli realizzati negli ultimi anni e da sempre sostenuta dal
MiBACT, si conferma come una delle compagnie più attive sulla scena
contemporanea della danza in Italia.
Durata spettacolo: 90 minuti più intervallo
Costo: Biglietti dal lun al
ven platea interi € 30 ridotti € 27 - I balconata interi €
24 ridotti € 22 - II balconata interi € 19 ridotti € 17 - galleria
interi € 13 ridotti € 12 / Biglietti sab. sera e
dom platea interi € 34 ridotti € 31 - I balconata interi €
28 ridotti € 25 - II balconata interi € 23 ridotti € 21 - galleria
interi € 17 ridotti € 15
Informazioni: 06.6794585 - biglietteria@teatroquirino.it
Indirizzo: via delle Vergini 7 - Roma
Indirizzo: via delle Vergini 7 - Roma
Sito di riferimento: www.teatroquirino.it
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ARTE
APPENA INAUGURATE...
"MAGNUM
MANIFESTO"
Guardare il mondo e raccontarlo in
fotografia
a cura di Clément Chéroux
I 70 anni della Magnum Photos
Museo
dell’Ara Pacis - Roma
dal 7 febbraio al
3 giugno 2018 - Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora
prima). Chiuso 1 maggio
Le celebri immagini e gli storici reportagedella più grande
agenzia fotogiornalistica internazionale
Arriva a Roma, nella sua prima tappa europea e unica italiana, la
mostra Magnum Manifesto.
L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato
alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali,
proposta da Contrasto e Magnum
Photos 70 e organizzata in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, ha cominciato il suo tour globale nel giugno 2017 all’International Center for Photography di New York. L’intento è quello di celebrare il settantesimo anniversario della più grande agenzia fotogiornalistica del mondo, Magnum Photos, creata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger e David Seymour nell’aprile del 1947. Da quel giorno, la Magnum Photos è diventata un riferimento nel tempo sempre più importante per la documentazione e per il fotogiornalismo. Gli autori di Magnum hanno documentato guerre, testimoniato le tensioni sociali, interpretato il nostro tempo, ritratto tanto le persone comuni quanto i grandi della terra, preconizzato i nuovi drammi del futuro.
Photos 70 e organizzata in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, ha cominciato il suo tour globale nel giugno 2017 all’International Center for Photography di New York. L’intento è quello di celebrare il settantesimo anniversario della più grande agenzia fotogiornalistica del mondo, Magnum Photos, creata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger e David Seymour nell’aprile del 1947. Da quel giorno, la Magnum Photos è diventata un riferimento nel tempo sempre più importante per la documentazione e per il fotogiornalismo. Gli autori di Magnum hanno documentato guerre, testimoniato le tensioni sociali, interpretato il nostro tempo, ritratto tanto le persone comuni quanto i grandi della terra, preconizzato i nuovi drammi del futuro.
La mostra raccoglie parte del lavoro realizzato in tutti questi
anni e getta uno sguardo nuovo e approfondito sulla storia e sull’archivio
dell’Agenzia.
Le immagini celebri e i grandi reportage dei suoi autori
permettono di comprendere in che modo e per quale motivo Magnum sia diventata
diversa, unica e leggendaria. Dal reportage sui lavoratori immigrati negli USA,
realizzato da Eve Arnold negli anni Cinquanta, ai ritratti di “famiglia”,
teneri e intimi, di Elliott Erwitt; dalle celebri immagini degli zingari di
Josef Koudelka, fino alla toccante serie realizzata nel 1968 da Paul Fusco sul
"Funeral Train", il treno che trasportò la salma di Robert Kennedy
nel suo ultimo viaggio verso il cimitero di Arlington, attraversando un’America
sconvolta e dolente. E ancora, le serie più recenti dei nuovi autori di Magnum:
dalla “Spagna Occulta” di Cristina Garcia Rodero, alle osservazioni
antropologiche, sotto forma di fotografie, realizzate nel mondo da Martin Parr;
dalla cruda attualità del Sud America documentato da Jérôme Sessini,
fino al Mar Mediterraneo, tenebroso e incerto nelle notti dei migranti,
fotografato da Paolo Pellegrin.
Il curatore, Clément Chéroux –
direttore della fotografia al MoMA di San Francisco e già curatore della grande
retrospettiva dedicata a Cartier-Bresson realizzata dal Centre Pompidou e
ospitata a Roma proprio al Museo dell’Ara Pacis – ha selezionato una
serie di documenti rari e inediti, immagini di grande valore
storico e nuove realizzazioni, per illustrare come Magnum Photos debba la sua
eccellenza alla capacità dei fotografi di fondere arte e giornalismo, creazione
personale e testimonianza del reale, verificando come il “fattore Magnum”
continui a esistere e a rinnovare continuamente il proprio stile.
Il percorso espositivo è suddiviso in tre sezioni: la
prima scruta l’archivio di Magnum attraverso una lente umanista e si concentra
sugli ideali di libertà, uguaglianza, partecipazione e universalismo che
emersero dopo la seconda guerra mondiale; la seconda mostra la
frammentazione del mondo tra gli anni Settanta e Novanta del
Novecento, con uno sguardo particolare rivolto alle minoranze e agli
esclusi; la terza, infine, segue le diverse forme espressive grazie alle quali
i fotografi Magnum hanno colto i mutamenti del mondo e i
pericoli che lo minacciano.
Oltre a raccogliere i progetti individuali e collettivi realizzati
nel corso degli anni, la mostra presenta anche proiezioni, copertine di
riviste, articoli di giornali, libri realizzati nel corso del tempo,
mostrando il contesto originale in cui molte delle fotografie sono state
concepite.
La mostra è accompagnata da un libro edito da Contrasto.
Immagine: Jonas Bendiksen: Abitanti di un paese nel Territorio dell’Altaj raccolgono i rottami di una
navicella spaziale precipitata, circondati da migliaia di farfalle. Russia,
2000. © Jonas Bendiksen/Magnum Photos/Contrasto
Costi: Biglietto solo mostra: 11€ intero; 9€
ridotto + prevendita € 1 Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione
vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: Lungotevere in Augusta - Roma
Sito: www.arapacis.it
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PROSEGUONO...
"contemplAzioni "
di RICCARDO LA
MONICA
a cura Romina Guidelli
GALLERIA VITTORIA - Roma
dal 7 al 19 febbraio, oraio dal lunedì al venerdì, dalle
ore 15 alle ore 19; fuori orario su appuntamento.
Inaugurazione Mercoledì 7 febbraio alle ore 18
La mostra, curata da Romina Guidelli presenterà
una selezione dei lavori realizzati da Riccardo La Monica dal 2015 ad oggi, con
particolare attenzione rivolta ai lavori realizzate nell’anno 2017 e nel mese
di gennaio 2018.
Il confronto delle opere esposte – come scrive Romina Guidelli - percorre l’evoluzione della ricerca pittorica di Riccardo La Monica che, completato lo studio dei soggetti celati eseguiti con la tecnica delle velature (dal 2009 al 2016), nell’ultimo periodo conferma il suo interesse per lo studio della luce e dell’ombra applicati all'oggetto panneggio, ma mostra un mutamento esecutivo volto al controllo e alla riduzione delle cangianze in favore di cromatismi pittorici maggiormente definiti. I colori scelti come fondamentali nei suoi quadri: il bianco, il rosso e il nero, si mantengono costanti nelle ultime creazioni (2017-2018), ma l’artista governa l’incidenza della luce su di essi limitando le virtuose sovrapposizioni coloristiche per lasciare che le tinte si offrano con una maggiore purezza ‘primaria’… I pochissimi ‘frammenti’ anatomici che compaiono nelle ultime tele, come le corde strette alle stoffe, assorbono lo stesso colore del panneggio-soggetto per mostrarsi come prolungamento di un cromatismo fondamentale diffuso o netto, deciso come reale protagonista dell’opera… Le numerose opere realizzate tra la fine del 2017 e l’inizio 2018 palesano questa intenzione mostrando drappi rossi e bianchi sovrapposti ma separati. Il nero profondo dell’ombra assume il valore di un segno che traccia un legame e, al contempo, un limite tra le parti dipinte. Il nero nelle opere di La Monica rappresenta una pausa che accompagna l’occhio verso la scoperta di ogni elemento altro che sta per unirsi al primo all’interno della stessa composizione, dal fondo ai soggetti in primo piano, mantenendo però intatta la sua altra identità e altra natura … Questa intuizione determina un’evoluzione importante nell’ultima produzione dell’artista, conferisce all’ombra un valore significante rendendola potente medium espressivo che distingue e rafforza la presenza del soggetto in primo piano poiché ne delimita il perimetro, suggerisce il movimento e ‘scolpisce’ il volume evocando la presenza di un corpo sensibile e verosimilmente palpabile sotto i drappi dipinti.
Il confronto delle opere esposte – come scrive Romina Guidelli - percorre l’evoluzione della ricerca pittorica di Riccardo La Monica che, completato lo studio dei soggetti celati eseguiti con la tecnica delle velature (dal 2009 al 2016), nell’ultimo periodo conferma il suo interesse per lo studio della luce e dell’ombra applicati all'oggetto panneggio, ma mostra un mutamento esecutivo volto al controllo e alla riduzione delle cangianze in favore di cromatismi pittorici maggiormente definiti. I colori scelti come fondamentali nei suoi quadri: il bianco, il rosso e il nero, si mantengono costanti nelle ultime creazioni (2017-2018), ma l’artista governa l’incidenza della luce su di essi limitando le virtuose sovrapposizioni coloristiche per lasciare che le tinte si offrano con una maggiore purezza ‘primaria’… I pochissimi ‘frammenti’ anatomici che compaiono nelle ultime tele, come le corde strette alle stoffe, assorbono lo stesso colore del panneggio-soggetto per mostrarsi come prolungamento di un cromatismo fondamentale diffuso o netto, deciso come reale protagonista dell’opera… Le numerose opere realizzate tra la fine del 2017 e l’inizio 2018 palesano questa intenzione mostrando drappi rossi e bianchi sovrapposti ma separati. Il nero profondo dell’ombra assume il valore di un segno che traccia un legame e, al contempo, un limite tra le parti dipinte. Il nero nelle opere di La Monica rappresenta una pausa che accompagna l’occhio verso la scoperta di ogni elemento altro che sta per unirsi al primo all’interno della stessa composizione, dal fondo ai soggetti in primo piano, mantenendo però intatta la sua altra identità e altra natura … Questa intuizione determina un’evoluzione importante nell’ultima produzione dell’artista, conferisce all’ombra un valore significante rendendola potente medium espressivo che distingue e rafforza la presenza del soggetto in primo piano poiché ne delimita il perimetro, suggerisce il movimento e ‘scolpisce’ il volume evocando la presenza di un corpo sensibile e verosimilmente palpabile sotto i drappi dipinti.
Catalogo della mostra Riccardo La Monica: Soli|eloqui ,
Roma 2015
Costo: Ingresso LIBERO
Indirizzo: via Margutta, 103 - Roma
Sito di riferimento: www.galleriavittoria.com
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"GEORGES DE CANINO – LA NOTTE È
SCURA"
Collage contro il terrore 1978-1983
a cura di Bianca Cimiotta Lami e Simone
Aleandri
CASA DELLA
MEMORIA E DELLA STORIA - Roma
dal 23 gennaio al 28 febbraio 2018 - Dal lunedì al venerdì, 9.30 - 20.00
Inaugurazione - lunedì 22 gennaio 2017 ore 17.30
L'evento è patrocinato da: Regione Lazio, Assessorato alla cultura
della Regione Lazio, Comunità Ebraica di Roma, Assessorato alla cultura della
Comunità Ebraica di Roma, Centro di Cultura Ebraica, UCEI - Unione
delle Comunità ebraiche Italiane, Fondazione Museo della Shoah, A.N.F.I.M.
(Associazione Nazionale fra le Famiglie Italiane dei Martiri caduti per la
Libertà della Patria), A.N.E.D. (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi
Nazisti), A.N.E.I. (Associazione Nazionale Ex Internati), Centro Internazionale
"Antinoo per l'Arte", UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane)
Philippe Soupault ha scritto di lui:
"Quand on rencontre les création de
Georges de Canino on éprouve un certain vertige.
C'est que le créature ne craint pas les audaces et d'abord
la poursuite de l'inconnu".
«Quando si incontrano le creazioni di Georges de Canino, si prova
una certa vertigine.
È un creatore che non teme le audacie e avanti tutto la corsa
verso l'ignoto».
Le opere in mostra di Georges de Canino sono una silloge
di circa quaranta lavori su carta di grande formato realizzati con interventi
pittorici su basi cartacee assemblate attraverso collages di
fotografie e documenti di riviste originali di propaganda fascista.
Una mostra che vuole attraverso lo strumento dell’Arte
affrontare il sentimento dell’orrore al tempo delle Leggi Razziali, di cui
quest’anno cadono gli 80 anni.
Un manifesto dell’orrore e dell’ironia dell’orrore, un campo
d’indagine e di memoria dove l’artista, sensibile ai temi dell’olocaustosi si
confronta, portando lo spettatore a non sottrarsi alla ferita della storia.
Una mostra fortemente espressiva per il suo linguaggio simbolico,
prepotente e crudo composto da segni, parole, motti, frecce e linee
dinamiche che incombono con potenza cromatica su pallide adunate oceaniche di
uomini in camicia nera, nelle immagini dei rotocalchi di propaganda
fascista al tempo della promulgazione delle leggi razziali in
Italia. (1938-2018).
Le opere di Georges de Canino formano un corpus unico
e coerente, e sono state realizzate in due momenti cronologicamente distinti.
Il primo negli anni 1978 e 1979 in reazione al terrorismo, di
tutte le matrici, attivo nell'Italia degli anni di piombo ed il secondo nel
1983, in seguito all'attentato alla Sinagoga di Roma, di matrice arabo
palestinese, in cui perse la vita il piccolo Stefano Gaj Taché: una silloge di
circa quaranta lavori su carta di grande formato realizzati con interventi
pittorici collages di fotografie e documenti di riviste
originali della propaganda fascista.
Una produzione che l'artista realizzò negli anni 1978, 1979 e 1983
sul tema della resistenza, dell'antifascismo (di ogni colore) e sul totale
rifiuto del terrorismo.
Interventi pittorici su supporti cartacei trattati con collages di
documenti e fotografie d'epoca originali, opere, fortemente contemporanee, che
hanno evidenti analogie con il linguaggio - parolibere, collage, scrittura
automatica - che le Avanguardie storiche europee, soprattutto Dadaismo,
Surrealismo e Futurismo, sperimentarono nel loro percorso di rottura con le
tradizioni ottocentesche nei primi decenni del novecento. Un teatro
rappresentato e scritto da segni, parole, motti, frecce e linee dinamiche che
incombono con potenza cromatica su pallide adunate oceaniche e uomini in
camicia nera nelle immagini dei rotocalchi di propaganda fascista che richiamano
ad ottanta anni fa, al tempo della promulgazione delle leggi
razziali in Italia (1938).
Saranno esposti, inoltre, cinque studi preparatori delle due
grandi tele in esposizione permanente presso il Museo delle Fosse Ardeatine a
Roma, che l'artista dedicò alla memoria delle ventisei vittime adolescenti
trucidate nella strage.
L'artista ebbe la fortuna ed il merito di conoscere e frequentare
i massimi esponenti del novecento italiano e francese, amici come Elica e Luce
Balla, Edita Broglio, Arnaldo Ginna, Philippe Soupoult, Jacques
Baron, Sandro Penna, André Pieyre de Mandiargues, Giorgio Vigolo, Primo Conti,
e questo gli consentì di fruire di opere e documenti straordinari (disegni,
dipinti, parolibere, taccuini, album, corrispondenze) che l'artista, ebbe
l'intelligenza e la lungimiranza di elaborare all'interno del suo percorso di
sperimentazione individuale, originale e mai datato nel pieno delle avanguardie
storiche.
La mostra, a cura della F.I.A.P. Federazione Italiana Associazioni
Partigiane, è promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale -
Dipartimento Attività Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Introduzione alla mostra:
Ruth Dureghello - Presidente
della Comunità Ebraica Roma,
Rav Riccardo Shmuel Di Segni –
Rabbino Capo di Roma,
Mario Venezia - Presidente Fondazione
Museo Shoah,
Ruben Della Rocca vice
Presidente della Comunità Ebraica Roma,
Giorgia Calò - Assessore
Cultura della Comunità Ebraica Roma,
Lauro Rossi Amico e Storico,
Antonella Amendola Giornalista Critica
d’Arte,
Francesco Parisi Storico dell’Arte,
Costo: //
Indirizzo: via San Francesco di Sales, 5 - Roma
Informazioni: 060608 – 06.6876543
Sito di riferimento: www.comune.roma.it/cultura
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ERRANCIA Y FOTOGRAFÍA.
Il mondo ispanico di Jesse A. Fernández
INSTITUTO
CERVANTES - Sala
Dalí - Roma
dal 18 gennaio al 3 marzo 2018 dal
mercoledì al sabato dalle 16.00 alle 20.00
INAUGURAZIONE Giovedì 18 gennaio alle
ore 18.30
L’esposizione, prima italiana, raccoglie 135 istantanee di
uno dei maggiori ritrattisti di intellettuali e artisti del 900, attraverso le
immagini che ha catturato con la sua macchina fotografica in oltre
trent’anni di «vagabondaggio ispanico», tra il 1952 e il 1986. Al
vernissage interverranno France Mazin Fernández, vedova del
fotografo cubano, Fernando Castillo, curatore della mostra e Juan
Carlos Reche, direttore dell’Instituto Cervantes di Roma.
Venerdì 19 gennaio, invece, sempre nella sala di piazza
Navona alle 18.30, si terrà un incontro/conferenza moderato dallo stesso
Castillo e organizzato in collaborazione con IED - Istituto Europeo di
Design, dedicato alla figura e alla vita dell’artista cubano, che oltre alla
fotografia ha lavorato anche nel campo della pittura, della scultura e del
disegno. Interverranno i professori di IED Roma, Giancarlo
Possemato e Daria Scolamacchia.
Jesse A. Fernández, non è stato solo uno dei più influenti
fotografi latinoamericani. È stato un uomo, un grande artista, fedele ai
principi che hanno guidato la sua vita e il suo percorso artistico tra
fotografia e pittura e che ha vissuto il distacco come condizione
essenziale per la libertà e la libertà come condizione per la sua
creazione artistica.
Nato a Cuba, figlio di genitori asturiani, Jesús Antonio Fernández
Martínez (L'Avana, 1925 - Parigi, 1986) ha condotto una vita itinerante
testimoniata dai volti e dai mondi che ha ritratto nei suoi scatti. La mostra,
infatti, è organizzata in nove sezioni che raccontano la sua permanenza in
altrettanti luoghi simbolo della sua vista: Colombia,Guatemala, Messico, New
York, L'Avana, Porto
Rico, Madrid, Parigi e Palermo.
“Errancia y fotografía. Il mondo ispanico di Jesse A. Fernández”
permette di conoscere la prolifica galleria di ritratti che il fotografo e
pittore cubano ha realizzato con importanti protagonisti della seconda metà del
XX secolo. Tra questi, Guillermo Cabrera Infante (suo grande
amico), Severo Sarduy, Vargas Llosa, Borges, Octavio
Paz, Gabriel Garcia Màrquez, Cortázar, Carlos
Fuentes, Lezama Lima, Alfonso Reyes, Wifredo Lam, Roa
Bastos, Rulfo, Onetti, Carpentier. Senza dimenticare le più
importanti figure della cultura e dell’arte
spagnola: Dalí, Miró, José Bergamín, Antonio
Saura, Chillida, Tàpies, Buñuel, Max Aub, Juan
Goytisolo, Delibes, Alberti, Cela, Buero Vallejo, Pau
Casals o Carmen Amaya. Molte delle fotografie esposte sono famose e
iconiche, altri scatti, invece, sono meno noti o addirittura inediti. A
completare l’esposizione, anche una dozzina di documenti e pubblicazioni e il
cortometraggio, "PM" di Sabá Cabrera Infante e Orlando
Jiménez Leal.
La mostra è stata inaugurata in Spagna (lo scorso ottobre a
Madrid) e nel corso del biennio 2018/2019 verrà esposta anche a Parigi, New
York, Chicago, Palermo, Francoforte e Berlino.
Costo: Ingresso LIBERO
Per ulteriori informazioni: tel.
066861871 - cenrom@cervantes.es.
INDIRIZZO: piazza Navona, 91 - Roma
Facebook di riferimento: www.facebook.com/InstitutoCervantesRoma
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"IL TESORO DI ANTICHITÀ.
WINCKELMANN E IL MUSEO CAPITOLINO NELLA
ROMA DEL SETTECENTO"
a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce
MUSEI CAPITOLINI - Sale Espositive di
Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale
del Palazzo Nuovo - Roma
7 dicembre 2017 – 22 aprile 2018 - Orario: tutti i giorni 9.30 –
19.30
Una mostra per celebrare gli anniversari della nascita e della
morte
del fondatore dell’archeologia moderna, Johann Joachim Winckelmann
(1717-1768)
“Vivo come un artista e come tale sono accolto nei luoghi dove
ai giovani è permesso di studiare, come nel Campidoglio. Qui è il Tesoro delle
antichità di Roma e qui ci si può trattenere in tutta libertà dalla mattina
alla sera”. È il 7 dicembre del 1755 ed è con queste parole che Johann
Joachim Winckelmann, giunto a Roma da appena tre settimane grazie a una borsa
di studio conferita dal principe Elettore di Sassonia, descrive a un amico la
sua prima visita al Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, luogo
in cui il vitale rapporto con l’Antico può essere coltivato in assoluta
libertà, “von Morgen bis in den Abend” (dalla mattina alla sera).
Nei tredici anni successivi, fino alla tragica morte avvenuta a
Trieste l’8 giugno del 1768, Winckelmann, nato a Stendal il 9 dicembre del 1717
in una famiglia molto modesta, definisce i contenuti fondamentali del
Neoclassicismo tardo-settecentesco e getta le basi teoriche dell’archeologia
moderna, dando vita a un raffinato sistema di valutazione cronologica e
stilistica delle opere antiche fondato sull’osservazione diretta dei manufatti
e l’attenta lettura delle fonti letterarie. “Novello Colombo”, “scopritore
di una terra a lungo presagita, menzionata e discussa, e lo si può ben dire, un
tempo conosciuta e poi nuovamente perduta”. Così Johann Wolfgang Goethe
esprime l’impatto rivoluzionario dell’opera di Winckelmann, e in particolare
della Storia dell’Arte nell’Antichità pubblicata a Dresda nel
1764.
La mostra “Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo
Capitolino nella Roma del Settecento”, ai Musei Capitolini dal 7
dicembre 2017 al 22 aprile 2018, intende celebrare gli importanti
anniversari winckelmanniani del 2017 (300 anni dalla nascita) e del 2018 (250
anni dalla morte) e si inserisce nel contesto delle manifestazioni europee
coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal, dall’Istituto Archeologico
Germanico di Roma e dai Musei Vaticani.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla
Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e a
cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce, con l’organizzazione di Zètema
Progetto Cultura, la mostra ha una duplice finalità: la prima, offrire ai
visitatori il racconto degli anni cruciali che hanno portato, nel dicembre del
1733, all’istituzione del Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa,
destinato non solo alla conservazione ma anche alla promozione della “magnificenza
e splendor di Roma”; la seconda, presentare le sculture capitoline sotto
una luce diversa, ovvero attraverso le intuizioni, spesso geniali, del grande
Winckelmann.
Arricchita da una selezione di 124 opere, il Tesoro di
Antichità si sviluppa in tre sedi diverse nell’ottica di una “mostra
diffusa”: le Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di
Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo.
Catalogo: Gangemi Editore
Costi: Intero 15 € biglietto
integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non
residenti a Roma) - Ridotto 13 € biglietto integrato Mostra + Museo
(comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma) - Gratuito per
le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: piazza del Campidoglio - Roma
Sito: www.museicapitolini.org
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"TRAIANO Costruire l’Impero, creare l’Europa"
ideata da Claudio Parisi Presicce
a cura di Marina Milella, Simone Pastor e
Lucrezia Ungaro
L’optimus princeps che portò l’impero romano alla sua
massima estensione celebrato a 1900 anni dalla morte ai Mercati di Traiano
MERCATI DI
TRAIANO MUSEO DEI FORI IMPERIALI - Roma
dal 29 novembre 2017 al 16 settembre 2018.
Orario: tutti i giorni 9.30 - 19.30_ 24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00
- Giorni di chiusura: 1 Gennaio, 1 Maggio, 25 dicembre
L’esposizione è promossa e prodotta da Roma Capitale,
Assessorato alla Crescita Culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali di Roma, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.
Politica, economia, welfare, conquiste militari ottenute senza
esclusione di colpi; inclusione di popolazioni diverse sotto un unico Stato che
governa con leggi che ancora oggi sono alla base della giurisprudenza moderna;
la buona amministrazione, influenzata anche da donne capaci, “first ladies”
autorevoli; campagne di comunicazione e capacità di persuasione per ottenere il
consenso popolare attraverso opere di pubblica utilità, “magnificentia publica”
e lusso privato, ma discreto.
Non è la trama di una fiction, né il programma di qualche
politico, ma la traccia della mostra Traiano. Costruire l’Impero,
creare l’Europa, ideata da Claudio Parisi Presicce e a cura di
Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro per celebrare la
ricorrenza dei 1900 anni dalla morte dell’imperatore che ha portato l’Impero
alla sua massima espansione.
I reperti archeologici provengono da musei della Sovrintendenza
Capitolina (Musei Capitolini, Centrale
Montemartini, Museo della Civiltà Romana, Museo di Roma a Palazzo Braschi,
Antiquarium del Celio, Teatro di Marcello), da molti musei e spazi
archeologici italiani (Museo Nazionale Romano presso le Terme
di Diocleziano e presso Palazzo Massimo, Museo
Ostiense a Ostia Antica, Antiquarium della Villa dei Volusii a Lucus Feroniae,
Antiquarium di Villa Adriana a Tivoli, Antiquarium Comunale "Villa di
Traiano” di Arcinazzo Romano; Museo Correale di Terranova a Sorrento) e alcuni
importanti musei stranieri (Musei Vaticani; Pergamon
Museum a Berlino; Museum het Valkhof di Nijmegen; Museo Nazionale di Storia
della Romania, Bucarest; Museo Nazionale di Arte romana di Merida, Gliptoteca
di Monaco di Baviera).
Ancora, è ospitata presso la via Biberatica anche “Columna
mutãtio – LA SPIRALE”, un’installazione monumentale di arte contemporanea, ideata dall’artista Luminiţa Țăranu, che racconta
la “mutazione” di significato della Colonna di
Traiano nel volgersi della storia.
Il messaggio che l’artista, romena di nascita e italiana di
adozione, intende trasmettere, è la “mutazione” di significato che
avviene nel volgersi della storia: nata per celebrare la conquista della Dacia da parte dei Romani, la Colonna Traiana è
diventata nel tempo il simbolo dell’inscindibile legame storico tra l’Italia e
la Romania; se nel passato evocava le due guerre portate dall’Imperatore contro
Decebalo, il Re dei Daci, oggi il capolavoro romano è anche testimonianza
visiva dell’origine del popolo romeno.
Esempio di come la ricerca contemporanea interagisce con
l’archeologia e con la memoria, l’installazione che l’artista propone al
pubblico intende rinforzare il filo connettivo tra l’antico e il contemporaneo.
L’opera, infatti, ha un’impostazione orizzontale come allusione al reperto
archeologico quale oggetto musealizzato, metafora del concetto secondo il quale
la storia scorre in orizzontale.
Dopo la mostra a Roma, l’installazione “Columna mutãtio –
LA SPIRALE” sarà esposta in uno dei prestigiosi musei di Bucarest, in occasione
alla festa del centenario dell’Unità Nazionale della Romania, nell’autunno del
2018.
TRAIANO, imperatore costruttore
La mostra sarà caratterizzata dal racconto della vita
“eccezionale” di un uomo “ordinario”, significativamente racchiusa in un
“titolo” coniato per lui, optimus princeps, ovvero il migliore
tra gli imperatori. Colui che seppe riportare gioia tra i romani! come
ricordato dallo storico Plinio il Giovane, suo contemporaneo Traiano ci
ha ordinato di essere felici e noi lo saremo.
Ma cos’ha fatto di così diverso e innovativo Traiano per meritare
un tale consenso incondizionato dall’esercito, dal senato e soprattutto dalle
più disparate popolazioni dell’Impero?
Primo imperatore non romano di nascita bensì ispanico, non appartenente ad alcuna dinastia imperiale, ma di ottima
famiglia – Ulpia – Marco Ulpio Traiano segue le orme del padre
naturale e percorre velocemente i gradi della carriera militare, dimostrando
doti di stratega e combattente sul campo a fianco dei suoi uomini, dei quali
guadagna così il consenso e la fedeltà assolute. Non solo per questo
l’imperatore Nerva lo “adotta” come successore, ma anche perché ne percepisce
la capacità di affrontare anche i temi spinosi delle riforme sociali ed
economiche di cui l’Impero ha urgente bisogno: lo nomina mentre lui si trova in
Germania, lontano dalla capitale che non ha mai visitato.
Una mostra immersiva grazie alle nuove tecnologie e allo storytelling,
protagonisti anch’essi dell’allestimento e dei contenuti. I visitatori si
troveranno immersi nel mondo di Traiano. L’ imperatore, o meglio il suo
fantasma, impersonato da un attore, introdurrà alla vita dell’optimus princeps.
Profumi, petali e il rumore della folla daranno al visitatore le stesse
sensazioni che il popolo di Roma provava durante un trionfo; stele di soldati
si animeranno per mostrare gli affanni del vivere e del morire dei legionari
impegnati nelle guerre di conquista di Traiano; si ascolteranno la descrizione
dei nemici di Roma, i barbari - antagonisti prima, protagonisti poi delle sorti
dell’impero - e le voci delle donne della famiglia reale, impegnate nel sociale
e imprenditrici. E, ancora, grazie alla realtà aumentata e a video immersivi
rivivranno i monumenti traianei e il fuoco delle fiamme da cui Traiano venne
salvato per intercessione di Gregorio Magno.
La mostra si avvarrà anche delle installazioni multimediali e
interattive che sono state realizzate grazie alle collaborazioni che la
Sovrintendenza Capitolina ha attivato, a scopi di ricerca, studio e
divulgazione con la Duke University, Department of Classical Studies,
Dig@Lab, con il coordinamento scientifico di M. Forte, la Real
Academia de Bellas Artes de San Fernando (Madrid, Spagna), Laboratorio
de Humanidades Digitales con il coordinamento di J. M. Luzon,
la Divisione ICT del Dipartimento di Tecnologie Energetiche dell’ENEA nell’ambito
del progetto CO.B.R.A. (COnservazione
dei Beni culturali, con
l’applicazione di Radiazioni
e di tecnologie Abilitanti), responsabile A. Quintiliani.
Catalogo: De Luca
Editori d’Arte
Costo: Biglietto
integrato Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali + Mostra per i non
residenti a Roma: 15 € intero; 13 € ridotto - per i residenti a Roma: 13
€ intero; 11 € ridotto - Biglietto ridottissimo 2 €
Indirizzo: via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Indirizzo: via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Sito di riferimento: www.mercatiditraiano.it
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A Roma unica tappa italiana per la mostra
"I GRANDI MAESTRI. 100 ANNI DI FOTOGRAFIA
LEICA"
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA
BRASINI - Roma
dal 16 novembre 2017 all' 18 febbraio 2018, dal
lunedì al giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 -
20.30
La mostra, sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio della Regione Lazio, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia e Contrasto ed è a cura di Hans-Michael Koetzle, tra i più rinomati curatori e critici della fotografia.
I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica indaga per la prima volta la grande rivoluzione del mondo della fotografia, e in genere della visione, resa possibile dalle fotocamere Leica dagli anni Venti del Novecento fino a oggi. Oltre 350 stampe d’epoca originali di celebri fotografi insieme a documenti storici dall’archivio Leica, filmati sui fotografi (come Henri Cartier-Bresson e Garry Winogrand), locandine pubblicitarie vintage, riviste storiche e prime edizioni di libri, accompagnano il visitatore in un viaggio nel tempo e nella storia, alla scoperta di quei cambiamenti rivoluzionari permessi da un’innovazione tecnologica come la “Ur-Leica”, il primo apparecchio 35mm efficace che non solo rappresentò un cambiamento radicale nel campo della fotografia, ma innescò, insieme ai modelli Leica prodotti successivamente, una significativa metamorfosi nella nostra percezione della società e del mondo circostante.
Foto dopo foto, questa mostra rivela come gran parte delle immagini impresse nella nostra memoria siano state realizzate proprio con una Leica e come tutte queste fotografie costituiscano quindi un ampio caleidoscopio delle tendenze fotografiche e degli sviluppi degli ultimi dieci decenni.
La mostra è composta da 16 sezioni che intrecciano insieme l’ordine tematico con la cronologia, in un percorso che va dalla nascita della prima fotocamera Leica fino alle più recenti visioni. Nel corso degli anni la Leica fu progressivamente utilizzata da fotografi di diverse nazionalità, estendendo il suo uso a diversi tipi di reportage. Dal fotogiornalismo di guerra (nel 1930 Erich Salomon fu il primo fotogiornalista che portò una Leica negli Stati Uniti e durante la Guerra civile spagnola), all’uso della fotografia come strumento di propaganda. Ma anche ad un tipo di ricerca più umanista, infatti la Leica arriva ad essere utilizzata nel settore della moda, rivoluzionando anche in questo caso il genere: si passa dalla fotografia in studio alla fotografia in strada. Attraversando questi diversi generi e percorrendo i diversi paesi del mondo, la mostra propone le immagini dei più grandi interpreti internazionali che hanno fatto della Leica il proprio strumento creativo di espressione d’elezione. Dalle fotografie in bianco e nero di Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Sebastião Salgado, Elliott Erwitt e Gianni Berengo Gardin, fino al colore di William Eggleston, Fred Herzog e Joel Meyerowitz, lo spettatore potrà ammirare il meglio della fotografia internazionale con uno sguardo privilegiato sull’Italia. Accanto alle immagini di Gianni Berengo Gardin, l’esposizione romana dedicherà spazio anche alle fotografie di altri interpreti italiani d’eccezione come Piergiorgio Branzi, Paolo Pellegrin, Valerio Bispuri e Lorenzo Castore.
Elenco sezioni
Oskar Barnack fotografo; Leica e la nuova visione (“neues sehen”); Fotogiornalismo 1925–1935; Fotografia e propaganda; Fotografia umanista; Gli anni di macerie; La fotografia soggettiva; Fotogiornalismo 1945–1970; Fotografia d’autore; La “new color photography”; Leica e la fotografia di moda; Leica in Giappone; Leica in Spagna; Leica in Portogallo; Fotografia d’autore: anni ‘70; Fotografia d’autore: dagli anni ‘80 a oggi.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come sponsor tecnico Trenitalia. L’evento è consigliato da Sky Arte HD. Il catalogo è edito da Contrasto.
Immagine a corredo: Christer Strömholm, Nana, Place
Blanche, from the cycle “Vännerna från PlaceBlanche” (the friends from Place
Blanche). Paris, 1961. Digital modern print, 30x36 cm
Costo: Biglietto Intero 12
€ - Ridotto 10 € - Per altre riduzioni vista il sito.
Informazioni e prenotazioni gruppi: +
39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro
in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it - www.ilvittoriano.com
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"ARTISTI ALL’OPERA"
Il Teatro dell’Opera di Roma sulla frontiera dell’arte da
Picasso a Kentridge1880-2017
Una mostra celebra che il rapporto
del Teatro dell’Opera con i più grandi artisti del Novecento
MUSEO DI ROMA
- PALAZZO BRASCHI - Roma
dal 17 novembre 2017 all' 11 marzo 2018 - vari orari
“OPERA IN MOSTRA”
7 concerti con visita guidata all’esposizione Artisti all’Opera
Museo di Roma a Palazzo Braschi i nuovi talenti di “Fabbrica YAP II edizione 2018/2019” del Teatro dell’Opera di Roma si esibiranno in sette concerti con celebri arie da opere di Verdi, Leoncavallo, Mascagni e autori francesi, abbinati ad altrettante visite guidate alla mostra “Artisti all’Opera. Il Teatro dell’Opera di Roma sulla frontiera dell’arte. Da Picasso a Kentridge (1880-2017)” che, in corso presso il Museo fino all’11 marzo, sta registrando un notevole successo di pubblico.
L’iniziativa, in calendario ogni settimana fino al 9 marzo, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
L’evento, con ingresso previo acquisto del biglietto d’ingresso alla mostra, avrà inizio alle ore 17.30 con la visita guidata all’esposizione a cura diFrancesco Reggiani (responsabile Archivio storico del Teatro dell’Opera di Roma), cui seguirà alle ore 18.15 il concerto di “Fabrica” nel Salone d’Onore.
Alla visita guidata potranno partecipare massimo 50 persone, con prenotazione allo 060608. La partecipazione al concerto sarà consentita fino al riempimento della sala.
Il calendario degli appuntamenti, tutti con inizio alle ore 17.30:
Rigoletto, venerdì 2 e 9 febbraio; Tutto Verdi, sabato 17 febbraio; Vive La France, sabato 24 febbraio; Tutto Verdi venerdì 2 marzo; Cavalleria Rusticana e Pagliacci, venerdì 9 marzo.
Con le esibizioni dei talenti di “Fabbrica YAP II edizione 2018/2019” prende vita così un’altra iniziativa che avvicina il Teatro dell’Opera alla città, con l’obiettivo di favorire la trasmissione di sapere e la promozione di nuovi talenti italiani e stranieri, e dare loro la possibilità di inserirsi nel campo dell’opera lirica.
Il calendario degli appuntamenti, tutti con inizio alle ore 17.30:
Rigoletto, venerdì 2 e 9 febbraio; Tutto Verdi, sabato
17 febbraio; Vive La France, sabato 24 febbraio; Tutto
Verdi venerdì 2 marzo; Cavalleria Rusticana e Pagliacci,
venerdì 9 marzo.
Con le esibizioni dei talenti di “Fabbrica YAP II edizione
2018/2019” prende vita così un’altra iniziativa che avvicina il Teatro
dell’Opera alla città, con l’obiettivo di favorire la trasmissione di sapere e
la promozione di nuovi talenti italiani e stranieri, e dare loro la possibilità
di inserirsi nel campo dell’opera lirica.
Il teatro come universo di artisti: musicisti, compositori,
registi, pittori e artisti figurativi, costumisti, stilisti. Il Teatro
dell’Opera di Roma si racconta attraverso l’infinita bellezza dei suoi allestimenti,
figli del lavoro intrecciato di alcune tra le più grandi figure dell’arte del
Novecento: da Pablo Picasso a Renato Guttuso, da Giorgio de Chirico ad Afro, da
Alberto Burri a Giacomo Manzù, da Mario Ceroli ad Arnaldo Pomodoro fino ad
arrivare a William Kentridge.
Artisti all’Opera è, infatti, il titolo della nuova mostra ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi in Piazza Navona, nel cuore della Roma rinascimentale e barocca, e che attraverserà una storia lunga oltre un secolo, iniziata a fine Ottocento con la prima di Cavalleria rusticana.
Artisti all’Opera è, infatti, il titolo della nuova mostra ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi in Piazza Navona, nel cuore della Roma rinascimentale e barocca, e che attraverserà una storia lunga oltre un secolo, iniziata a fine Ottocento con la prima di Cavalleria rusticana.
Sarà raccontata la storia di un Teatro, l’Opera di Roma, che ha
sempre camminato sul filo rosso di un rapporto cercato e trovato con l’arte
figurativa, portando quindi alla vista dello spettatore scene e costumi nati
dal genio di grandi artisti, così come piccoli capolavori inusuali, bozzetti,
figurini (ovvero i disegni dei singoli personaggi), maquette (i
modellini delle scenografie), fino a pezzi di inestimabile valore, come il
sipario lungo 15 metri dipinto da de Chirico per un Otello rossiniano.
Ma Artisti all’Opera. Il Teatro dell’Opera di Roma sulla
frontiera dell’arte non sarà una “semplice” galleria di meraviglie
d’arte scenica, sarà anche un percorso che il visitatore/spettatore vivrà lungo
la storia del Teatro dell’Opera di Roma, seguendo le suggestioni dei grandi
titoli del nostro teatro lirico – ma scoprendo anche perle “minori” che sono
sfuggite alle consuetudini del repertorio – e spiando il
lavoro delle maestranze, ricreato attraverso un sapiente gioco d’allestimento,
così da ribaltare la normale prospettiva.
Grazie alle collezioni dell’Archivio del Teatro dell’Opera – in
cui si conservano più di 60mila costumi e 11mila bozzetti e figurini – alle
proiezioni e ai filmati d’archivio dell’Istituto Luce il
visitatore/spettatore entrerà nel teatro ritrovandosi dietro
le quinte del palcoscenico per ammirare da vicino tutto ciò che
d’abitudine vede da lontano, dalla platea.
L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato
alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e
dalla Fondazione Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione
con la Fondazione Cineteca di Bologna. Si ringrazia l’Istituto
Luce e la collaborazione di SIAE.
La mostra è a cura di Gian Luca Farinelli con Antonio
Bigini e Rosaria Gioia, con la curatela
storico-scientifica di Francesco Reggiani e Alessandra Malusardi
dell’Archivio Storico e la collaborazione di Anna
Biagiotti della Sartoria della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma.
Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Catalogo Electa.
Costi: Biglietto Intero 9 € ;
ridotto 7 €. Per altre riduzioni visita sito.
Indirizzo: piazza San Pantaleo, 10 - Roma
Informazioni: 060608 tutti i giorni 9.00-19.00
Sito di riferimento: www.museodiroma.it
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"MONET"
a cura di Marianne Mathieu
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento
italiano, promossa dall’Assessorato alla Crescita
culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con
il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo (MiBACT) e della Regione Lazio, la grande
retrospettiva è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisiain
collaborazione con il Musée Marmottan Monet, Paris.
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA
BRASINI - Roma
sino al 3 giugno 2018, dal lunedì al giovedì 9.30
- 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30
A GRANDE
RICHIESTA, DOPO AVER SUPERATO I 200.000 VISITATORI, LA MOSTRA
DEDICATA A CLAUDE MONET PROROGA FINO AL 3 GIUGNO 2018 LA MOSTRA
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
Nell'immagine: Claude Monet (1840-1926), Nymphéas,
1916-1919.
Costo: Biglietti- Intero 15 €
(audioguida inclusa) - Ridotto 13 € (audioguida inclusa)
Informazioni e prenotazioni gruppi: +
39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro
in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it - www.ilvittoriano.com
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"ENJOY L’ARTE INCONTRA IL DIVERTIMENTO"
a cura di Danilo Eccher
CHIOSTRO DEL
BRAMANTE - Roma
dal 23 settembre al 25 febbraio 2017 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
dal 23 settembre al 25 febbraio 2017 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
Dopo il successo della originale mostra Love, l’Arte incontra
l’amore, che ha registrato in sei mesi l’afflusso di 150mila spettatori,
soprattutto giovani, il Chiostro del Bramante continua il suo innovativo
percorso programmatico proponendo ancora una volta una esposizione unica per la
singolarità delle opere, che pone sotto la lente di ingrandimento le diverse
possibilità percettive ad esse connesse. Una esperienza che lo spettatore può
fare attraverso i linguaggi e le poetiche di alcuni tra i più importanti e
provocatori protagonisti dell’arte contemporanea. Talvolta infrangere le regole
non significa trasgredire, ma ampliarne i confini. Una regola che il Chiostro
del Bramante persegue da tempo nelle sue linee programmatiche, proponendo
mostre fuori dagli schemi delle convenzioni espositive, dove l’originalità del
percorso sta alla base del progetto ideativo.
Diventato Museo di riferimento in ambito nazionale ed
internazionale anche dell’arte contemporanea, il Chiostro parte da questi
presupposti per la mostra che proporrà. Si chiama Enjoy e ha per sottotitolo
l’Arte incontra il divertimento: locuzione emblematica che vuole indicare non
solo una diversa modalità di vivere l’arte, ma soprattutto dare “spazio e
spazialità” alle opere di artisti di acclarata fama. Infatti molti lavori sono
site specific, pensati e costruiti dagli artisti ospiti proprio per gli
ambienti del Chiostro del Bramante la cui organizzazione – che fa capo a DART –
aggiunge alla creatività dell’esposizione un notevole sforzo produttivo
proponendo opere inedite. Tra i grandi nomi allineati troviamo Tinguely,
Calder, Fogliati, Erlich, Creed, Neto, Collishaw, Ourlser, Wurm, TeamLab, Hans
op De Beeck, De Dominicis, Gander, i protagonisti del ‘900 storico e del terzo
millennio, accomunati da un filo sotteso, il divertimento, assunto
nell’accezione etimologica della parola: portare altrove. L’altrove, l’altro da
sé, il perdersi nei meandri dell’arte e dell’inconscio è ciò che accomuna il
gesto di tutti gli artisti presenti in Enjoy, le cui opere guideranno il
visitatore in un percorso invisibile ma fortemente tracciato, che prenderanno
vita in un incessante rapporto interattivo e giocoso, dove le diverse
percezioni del “fuori da sé” avranno un ruolo fondamentale. “La dimensione del
piacere, del gioco, del divertimento, dell’eccesso – afferma Danilo Eccher,
curatore della mostra – sono sempre state componenti centrali dell’Arte; l’Arte
sprofonda nel dolore ma si nutre di piaceri ed è sempre una danza di contrasti.
L’illusione è una trasparenza che deforma la realtà, un’apparenza sottile dove
tutto è possibile, suggerendo ora il dubbio dell’enigma, ora il sorriso della
sorpresa”. Ecco allora che in Enjoy, dalle sculture leggere di Alexander
Calder, lo spettatore può perdersi nel labirinto infinito di specchi di Leandro
Erlich per poi immergersi e riemergere dalle installazioni ludico-concettuali
di Martin Creed o nei raffinati giochi di luci illusorie di TeamLab che
prendono forma e mutano solo a contatto con il pubblico, o essere inseguiti
dagli occhi indiscreti e inquietanti di Tony Oursler e trovarsi a contatto con
i corpi deformati di Erwin Wurm e così via, di artista in artista, di sala in
sala: il Chiostro del Bramante diventerà luogo elettivo di una realtà tutta da
scoprire, che esiste in ogni istallazione (alcune di grandissime dimensioni), a
una realtà che, tuttavia, può anche non esserci. D’altra parte è proprio Paul
Klee che ci dice: “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile
ciò che non sempre lo è”.
Costo: Biglietto intero 13 €
(audio guida inclusa) - biglietto ridotto 11 € (audio guida inclusa) per
specifiche riduzioni, visita il sito.
Informazioni: hastag ufficiale #enjoychiostro - +39 06
68809035 (Lunedì – Venerdì 10.00 / 17.00) numero attivo dal 4 settembre sino a
fine mostra. - La Caffetteria Bistrot, il Bookshop e il Chiostro hanno
ingresso libero indipendentemente dalle mostre
Indirizzo: Via Arco della Pace 5 -
Roma
Sito di riferimento: www.chiostrodelbramante.it
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SERATE CON OSPITI
apeRIVER
Thursday is the New Saturday
presenta:
LOOMY da XFactor
A seguire i Live di:
Scandaletti, Aula39, Phantom, Rash-1
Intervista a Roberta Garzia per l'uscita del film Un Figlio a Tutti i Costi
Intervista a Ottavia Bianchi e Giorgio
Latini, per
il nuovo spazio Altrove Teatro
Studio
Host Giusva
giovedì 15 febbraio
2018, dalle ore 19.00 Aperitivo fino alle 21.00 | Inizio dei Live
ore 22.00
>>> 22.30 Ottavia Bianchi e Giorgio Latini
Marmo
tra musica dal vivo e cultura. Torna l'ApeRIVER con il rap di Loomy e il film
di Roberta Garzia
Torna ApeRIVER, serata all'insegna della musica dal vivo dedicata al compianto attore River Phoenix, che per il suo nono appuntamento di stagione torna alla formula di aperitivo a buffet e accoglie per la prima volta il paroliere Loomy, salutato dal frontman Giusva, che poi lascerà la scena alle sonorità degli Aula39. A seguire arriva il cantautore Scandaletti con l'album Condomio Scandaletti e ancora la trap dei giovani romani Phantom e Rash-1. In apertura saranno cinema e teatro a farla da padrona, con l'intervista all'attrice Roberta Garzia, protagonista insieme a Fabio Gravina del film Un Figlio a Tutti i Costi, in uscita nelle sale il 1°Marzo 2018. Salutata l'attrice romana, riflettori puntati sui giovanissimi attori Ottavia Bianchi e Giorgio Latini, creatori del nuovo spazio nascente nel quartiere Prati, di nome Altrove Teatro Studio.
Una serata
diversa con il padovano Giusva che
accoglierà la musica rap e
la nuova trap, per la prima
volta ad ApeRIVER,
appuntamento celebre per le sue scelte musicali più votate al pop.
Il giovanissimo rapper Phantom aprirà
i giochi seguito dai versi di Rash-1,
entrambi presenti con alcuni inediti non
sempre in rima e dal sapore trasteverino, prettamente il linea
con il gusto attuale che vede tra i primi posti in classifica giovani cantautori romani, viva
espressione della trap
music. Seguirà Scandaletti, paroliere
d'eccezione con il suo cantautorato celebrato nell'album Condominio Scandaletti, un fil rouge
di canzoni sequenziali e connesse
tra loro, come hanno insegnato i Pink Floyd prima di lui. Infine l'ospite
d'eccezione, il giovane rapper piemontese Loomy, in forza ad Arisa nell'ultimo XFactor, celebre per il suo freestyle e
per la passione che mette in ogni cosa che fa. Prima dei live arrivano
gli Aula39 con
lo spazio musicale #APERIVER39,
un momento in cui ascoltare le quattro
voci beniamine del web e i più celebri brani che
macinano like in rete.
Costo: Ingresso GRATUITO - Possibilità Aperitivo: 10 Euro (Comprensivi di: 1 Drink + 1 Food) + 2 euro Tessera Associativa annuale
Info e Prenotazioni: Prenotazione tavoli con
Consumazione - 342 6158365
Indirizzo: piazzale
del Verano 71, Roma (San Lorenzo)
Sito di riferimento
teatro: www.marmoroma.it
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Kirosegnaliamo esce all’inizio di ogni settimana, chi volesse
darci comunicazione di eventi con rilievo artistico-culturale può scriverci
a kirolandia@gmail.com oppure info@kirolandia.com,
entro la domenica precedente, specificando chiaramente la richiesta di
segnalazione, provvederemo previa specifica selezione all'inserimento …