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mercoledì 15 novembre 2017

MASCHERE LA GIARA E LA PATENTE, PIRANDELLO appassiona il pubblico del TEATRO QUIRINO

autrice: Mirella Angelelli (MireKira)  






Al TEATRO QUIRINO di Roma va in scena lo spettacolo MASCHERE LA GIARA E LA PATENTE di Luigi Pirandello per la regia di Guglielmo Ferro con Enrico Guarneri.

Si spengono le luci, si apre il sipario, nello sfondo pannelli trasparenti, ombre, spiriti, idee, fantasmi, personaggi che il capocomico porterà in vita. Ai margini del palcoscenico, invece, fantocci come mummie, parvenze assurde ed effimere del mondo e dell'umanità.   

Una cornice, esempio di metateatro, tratta da opere significative di Pirandello, fa da anello di congiunzione alla rappresentazione de "La Patente" e de "La Giara" estrapolate dall'ampio corpus delle "Novelle per un anno".

Così attraverso le parole di Cotrone (I Giganti della Montagna) prendono corpo i temi più maturi e i pilastri del pensiero pirandelliano che si intrecciano con la produzione iniziale, ancora relativamente legata al tema verista, ma già intrisa di quel grottesco e di quella pietà che permettono una più accurata osservazione della società e dell'uomo. Una sicilianità vera in questa bella rappresentazione: siciliano l'autore, il regista e l'attore principale, la cadenza musicale del dialetto in tutti i personaggi, la gestualità, i ritmi vivaci nei dialoghi e le atmosfere della Girgenti pirandelliana.


Ci si cala dunque nell'umorismo cinico de "La patente", si apprezza l'interpretazione del giudice D'Andrea, ricco di umanità e senso della giustizia. Rosario Chiàrchiaro comunica invece tutta la commozione di chi deve entrare, per sopravvivere, in quella forma e in quelle maschere che imprigionano la vita. La pena segreta del personaggio viene alla luce lentamente: per vivere ed avere dignità in una società dominata dalla corruzione, dovrà accettare un doloroso cammino.

Una regia accurata rende corale ed emozionante la rappresentazione de "La Giara" dove ironia e paradosso si coniugano. Zi' Dima Licasi e Don Lollò, magistralmente interpretati, urlano, gesticolano, ma l'imprevisto e il caso sovvertono un'umana consuetudine: "chi è sopra comanda e chi è sotto si danna". 
La Sicilia paesana "la gaiezza mala dei tristi" fa sorridere tutto il pubblico che apprezza e applaude un bel lavoro che fa rivivere un inconsueto Pirandello sul palco.

- Mirella Angelelli -

ENRICO GUARNERI
MASCHERE
"LA GIARA E LA PATENTE"
di Luigi Pirandello
Regia GUGLIELMO FERRO

con Rosario Minardi  Vincenzo Volo   Rosario Marco Amato

Nadia De Luca   Turi Giordano   Mario Opinato
Pietro Barbaro   Francesca Annunziata   Giovanni Fontanarosa
 consulenza musicale Massimiliano Pace - costumi Dora Argento - scene Salvo Manciagli