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venerdì 27 giugno 2014

SONO NATO PER VOLARE, Giuseppe Arnone ancora una volta firma un successo


Recensione critica dello spettacolo teatrale SONO NATO PER VOLARE di Giuseppe Arnone 
regia di Giuseppe Arnone 
Replica del ventidue Giugno duemilaquattordici, Teatro Kopó  - Roma


Di sera, s’illumina di gradissimo talento il palcoscenico del teatro Kopó.

Non è solo poesia, non è solo racconto, non è solo storia, né solo cabaret, SONO NATO PER VOLARE di Giuseppe Arnone è un raffinato percorso interiore, un morbido fluttuante viaggio reale ed irreale, esistenziale, metaforico tra sentimenti e stili, tra immagini e sensazioni, nel tentativo riuscito di catalizzare con raffinatezza tutti i sensi del pubblico verso una vicenda importante.

Così l’avvenimento particolare del bambino Vincenzo Diodato, scomparso prematuro tra le 81 anime volate via durante il disastro di Ustica divine pretesto per affrontare, attraverso una prospettiva intima, uno dei percorsi di vita interrotti.

Si riflette, s’immagina si partecipa mentre una drammaturgia attenta e scrupolosa, corredata anche da semplici ma efficaci giochi di parole, si snoda delicata, invisibile, intangibile tra continui cambi di registro, di ritmo, a mio avviso forse leggermente mitigabili. Si dipanano una serie di figurazioni che diventano vere e proprie narrazioni, mentre simpatici siparietti coinvolgenti, usciti da una magica valigia che contiene anche sogni, si trasformano in attese, mentre sempre subito dopo, con mite stupore, c’è un altro momento inaspettato.

Giuseppe Arnone eccellente autore, regista ed attore nella sua interpretazione, strappa una lacrima, poi chiede un sorriso, poi traccia il percorso per arrivare anche ad una risata, aprendosi varchi continui attraverso una quarta parete che gestisce bene tanto da farla scomparire definitivamente nella sua fresca e brillante capacità recitativa.

Gli esami, un bacio, un regalo, s’emoziona anche lui, tra continue esposizioni ben mimate anche di lievi favole dai contenuti corposi, si lascia coinvolgere tra i paragrafi della sua pièce mentre appassiona gli spettatori, sino a perdersi in piccole lievi imperfezioni, piacevoli sfumature così belle da ascoltare.
Ancora una volta, come in IL CORAGGIO FA ... 90! è presente la lingua siciliana con detti e filastrocche che si alternano all’Italiano sino a diventarne parte stessa, forse a dimostrare che la parola, quando è ben detta, è sempre comprensibile, perché il simile substrato rende gli idiomi, tutti parenti, nel senso, nel motivo, nel nesso.
Ancora una volta sono presenti i grandi temi, tra cui la famiglia, la patria, ancora una volta si evocano belle immagini d’interni movimentati da semplici ma emblematiche situazioni casalinghe, i sapori, gli odori, i colori, ancora una volta un passaggio veloce lungo lo stivale, qui da Bologna alla Sicilia, quasi a specificare l’unità della nostra nazione e di nuovo il rimando ad un alter ego efficace che segna forte tutto il percorso: la madre.

Le ben elaborate luci di Paolo Filipponi  partecipano a sottolineare in modo adeguato ogni situazione dello spettacolo convergendo potenti in tante dominanti corpose, ed in quel rosso evocante che padroneggia sull’intero tessuto visivo.

E mentre così le belle pagine scivolano lungo il percorso emotivo di una breve esistenza segnata da esperienze, sogni ed aspettative, si conclude, tra i fortissimi applausi, un altro successo di Giuseppe Arnone.

- Andrea Alessio Cavarretta - 

SONO NATO PER VOLARE
Teatro KOPÓ
Autore, interprete, regista: Giuseppe Arnone 
Disegno e tecnico luci: Paolo Filipponi
Fonico: Eugenia Cortese