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giovedì 24 maggio 2012

LA VITA DI UN CANE VALE MENO DI QUELLA DI UN PALLONE?





Ma quanto vale la vita di un cane? 

Quanto spesso diciamo: “Mi ha trattato da cani”, “Solo come un cane”, “Sembrava un cane bastonato”.

Mentre in Italia il 28 aprile la manifestazione contro Green Hill ha portato alla liberazione una trentina di Beagle destinati alla vivisezione dal canile lager di Montichiari, continua lo sterminio dei cani randagi in Ucraina.

Come accadde per le Olimpiadi di Atene, per gli Europei di calcio 2012 le autorità di Kiev e di Lungansk hanno deciso di ripulire le loro strade dai cani optando per lo sterminio con metodi non commentabili: avvelenamento, fucilazione, bastonate e forni crematori ambulanti, se non sepolture da vivi nel cemento.


Quindi è questo quello che sono: sporcizia da cui le città devono essere ripulite per far posto ai turisti, perché tutto appaia bello e perfetto per il calcio.

Quanto vale la vita di un cane? 
Sicuramente meno di quella di un pallone da calcio, quello ovviamente porta soldi, il cane invece ne richiede. E’ una spesa e, purtroppo, oltre ai soldi, richiede anche cure e attenzioni, forse questo è l’ingranaggio che veramente rende tutto più difficile (nonostante i volontari sono lì, pronti a dedicarvisi).
Ci sbarazziamo di loro, li abbandoniamo a loro stessi, li lasciamo soli e poi li accusiamo di essere un problema, dimenticando che esistono efficaci forme di prevenzione.

UEFA, Unione Europea, calciatori, club sportivi, sponsor grandi e ricchi... quanta influenza potrebbero avere per aiutare questi invisibili? 
Si parla di donazioni Uefa per le sterilizzazioni, si dice che nessuno ha chiesto di uccidere i cani, ma se poi devono sparire.... in un paese dove non si hanno i soldi...
I soldi per il calcio si trovano ovunque, i soldi per salvare la vita (di animali umani e non) pare sempre che non ci siano... e non solo in Ucraina.

Quindi sì, la vita di un cane vale meno di un pallone da calcio, e anche quella di un umano. 

A quanto pare neanche la minaccia di boicottaggio per il caso dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko riesce ad incrinare la passione per il calcio... 
del resto, panem et circenses, o anche solo circenses.