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domenica 25 marzo 2012

MA TRILUSSA STATISTICAMENTE PARLANDO lo mangiava (almeno) un pollo all’anno?




I sondaggi sono importanti per la politica, per l’economia, per le aziende, per la società ma non solo…risultano interessanti anche per quelle persone che vogliono dare validità alle proprie affermazioni buttando lì le percentuali di statistiche e sondaggi che hanno letto in un quotidiano o che hanno visto in televisione.

I media non fanno altro che presentare i risultati delle più svariate statistiche, da quelle sulla qualità della vita a quelle che considerano le donne in sella più affidabili degli uomini[1]; in maniera diretta ed inconsapevole questi risultati prima o poi ci influenzano.

Ma ti sei mai chiesto come si fa un sondaggio o una statistica? E soprattutto che cosa c’entra con la comunicazione?

Purtroppo alla gente arriva sempre e solo l’esito della statistica, ma come viene costruito il sondaggio, da chi viene commissionato e per quale ragione, è ovvio che non ce lo dica mai nessuno, l’unica informazione che ci viene data è quella dell’istituto che ha effettuato la statistica. Più famosa ed importante è la società che elabora i dati, più i risultati acquistano valore e validità.


Non sto qui a sostenere che le statistiche non sempre riflettono la realtà, la mia visione comunica(t)tiva vuole mettere luce su un piccolo particolare: la “domanda”.  Anzi, le domande del questionario a cui il campione è chiamato a rispondere, dove con campione s’intende il numero di persone che appartengono ad un tale universo statistico, ad esempio un universo statistico potrebbe essere la popolazione italiana.

Sono certa che almeno una volta nella vita hai partecipato ad un sondaggio e con poche pretese e senza batter ciglio hai risposto a tutte le domande, anche a quelle più assurde e/o contorte.

Tra le varie tipologie di domande dei questionari, ho scoperto che esistono proprio quelle definite:
-      Domande con controindicazioni, ovvero quelle domande tabù sul reddito percepito, sul partito preferito, ma per alcuni popoli sono indiscrete (con controindicazioni) anche quelle riguardanti l'etnia di appartenenza o la religione professata.

-       Domande “che gli esperti seri dei sondaggi si rifiutano di fare”

Incredibile ma vero, il mio sospetto viene anche spiegato e ben argomentato dal gruppo di ricerca PRISTEM-Elusi dell’Università Bocconi di Milano. Nella loro analisi le domande con controindicazioni sono comprensibili e pensabili, ma quelle “che gli esperti seri dei sondaggi si rifiutano di fare”[2], a mio parere, non sono proprio tollerabili e ammissibili. Il  perché lo potrai intuire da solo.
Riporto qui l’esempio, citato dal gruppo di ricerca universitario, di una domanda presente in un sondaggio effettuato durante una delle passate crisi di governo:

"Se il Presidente della Repubblica nominasse un Capo del Governo al di sopra delle parti, lei pensa che, per il bene del paese, si dovrebbe votare dopo aver fatto le riforme più urgenti, oppure si dovrebbe votare subito? ".

Non so cosa risponderesti tu, ma io mi accorgo che c’è qualcosa che non va nell’esposizione delle tesi contrapposte, infatti nella scelta dell’una o dell’altra potrei preferire la tesi esposta, diciamo così, in maniera più chiara. Ecco perché, in questo modo sono stata manipolata, condizionata ed influenzata.

Questa domanda, infatti, è definita “squilibrata”, nel senso che le due tesi contrapposte (formare un governo di attesa con obiettivi limitati, oppure andare subito alle elezioni anticipate) vengono presentate in modo diverso. La prima tesi viene sostenuta da tre connotazioni più convincenti: 1)“un Capo del Governo al di sopra delle parti” 2) per il bene del Paese; 3) (che farà / che saprà fare) le riforme più urgenti. La seconda tesi invece, come puoi ben vedere, viene liquidata con la brevissima frase “si dovrebbe votare subito”. Qui, come giustamente sostengono i ricercatori della Bocconi, manca quella par condicio  tra l'esposizione delle due tesi a confronto. Se l’intervistatore o chi ha commissionato l’analisi statistica vuole far emergere un dato che va a suo favore, porrà le domande in una maniera tale (così come abbiamo visto) e porterà i “soliti indecisi” a scegliere la tesi meglio “argomentata”.  I risultai vengono poi decodificati, rielaborati e infine diffusi.

Così come scriveva Trilussa nella sua poesia “La Statistica”[3] anche se un poveretto non ha soldi perché c’è la crisi e non si può permettere di mangiare un pollo all’anno, nelle statistiche risulta invece che quel pollo se l’è mangiato eccome! Beh, il paragone con la domanda politica lo lascio fare a te…




Ringrazio il sito Base Cinque appunti di matematica creativa per avermi fatto conoscere LA STATISTICA di Trilussa http://utenti.quipo.it/base5/index.htm





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